Merlier, ancora lui: Milan battuto al Tour de France ma sempre più green
Al friulano non riesce il bis a Chateauroux ma allunga nella classifica per la maglia a verde a punti. "Ho perso, capita, ma ci riproverò ancora e lotterò per la maglia verde"

Chateauroux. Ancora lui, Tìm Merlier, il 33enne belga della Saudal QuickStep che batte ancora una volta Jonathan Milan. Dopo Dunkerque, anche sul rettilineo intitolato a Marc Cavendish (36 vittorie alla Grande Boucle, record assoluto), il campione d'Europa ha il guizzo giusto per battere il friulano della Lidl Trek al termine di una tappa inversamente proporzionale alla piattezza del percorso.
Pronti via, infatti, e c'è la fuga che non ti aspetti. Pensi a una pazzia, sarà l'azione decisiva anche per la sconfitta di Milan. Perché in fuga va la coppia dell'Alpecin, Jonas Rickaert e nientemeno che Mathieu Van der Poel.
Non scherza il fuoriclasse olandese, prende col grande amico fino a 5 minuti di vantaggio. Dietro dai tecnici sull'ammiraglia della Lidl Trek partono richiesta di aiuto alle altre squadre dei velocisti. Arriva poca roba. Finché la Soudal e le altre fanno il loro.
L'ennesimo tentativo della Visma, a una ventina di km dalla fine, sfruttando un cambiamento di direzione del vento, fa scendere il vantaggio della coppia di testa. Milan è sempre lì, anche al traguardo volante aveva preso 15 punti del terzo posto per mettere buon fieno in cascina per la maglia verde.
Anche se la coppia Alpecin ha un sussulto a una ventina di km dalla fine, il destino dei due è segnato. L'ultimo ad arrendersi, a meno di due km dalla fine, è un grande Van der Poel.
Sul lunghissimo rettilineo dedicato a Cavendish, il recordman di tappe del Tour che qui ha vinto, per lo sprint ognuno deve fare per se.
Nessun treno, nemmeno per il friulano che ha dovuto spremere i suoi alla rincorsa di Vdp.
Milan su quel rettilineo di compagni in grado di lanciarlo ad alta velocità ne avrebbe bisogno come il pane invece. Si tiene dal lato delle transenne, lascia lo sprint, forse con un rapporto troppo agile, perché Merlier fa lo stesso ma piomba sul traguardo mezza ruota prima. Vince più nettamente che a Dunkerque, terzo l'altyro belga Arnaud De Lie (Lotto).
E' deluso Milan alla fine, perchè il belga comincia ad essere un granello di sabbia nei suoi ingranaggi a tutta potenza. L'aveva battuto tre volte al Giro 2024, all'Europeo, a Dunkerque.
"E' stata una tappa dura - ha spiegato il friulano, che va al punto focale della tappa -. E' stato un errore lasciare andare corridori così forti, avremmo dovuto tenerli più vicini. Ho dovuto usare i compagni e non li ho più avuti. E' chiaro che avrei voluto qualcosa di più ma quando si perde bisogna accettarlo".
La maglia verde della classifica a punti? "Sono preoccupato per la maglia. Lasciare andare via un corridore così forte come Vdp in generale non è una buona idea, l'abbiamo preso, ma ha preso i punti per la maglia verde ed è un rivale pericoloso assieme a Pogacar e agli altri".
Ora il friulano guida la classifica con 227 punti contro i 156 di Tadej Pogacar (Uae), saldamente in maglia gialla. Biniam Girmay (Intermarchè) è a 151 punti, ma anche ieri con il sesto posto a dimostrato di non avere la gamba giusta per competere con Merlier e Milan. Vdp di punti ne ha 128, è sempre pericoloso.
Lunedì, festa nazionale francese, spettacolare tappa nella terra dei vulcani spenti al centro della Francia, arrivo in salita a Le Mont Dore dopo un sacco di gran premi della montagna e 4450 metri di dislivello.
Per Milan fino alla tappa di Valence del 20 luglio solo sprint intermedi dove dovrà andare a caccia di tanti punti. Pogacar con le salite, tre giorni sui Pirenei dopo il riposo di martedì e poi il Mont Ventoux a naso ne farà tanti, anche se nelle tappe di montagna al vincitore vanno "solo" 30 punti contro i 50 delle tappe di pianura.
Insomma, Milan ha perso da Merlier. Ma usare la parola sconfitta dopo un altro secondo posto al Tour e la vittoria di sabato, e quella maglia verde orgogliosamente portata, non è proprio il caso.
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