Tangenti Mose: maxi sequestro da 21 milioni

Ad anni dalle sentenze, l’inchiesta Tangenti Mose continua a riservare sorprese: sono stati sequestrati beni per 21,4 milioni di euro.

Roberta De Rossi
Il Mose
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Ad anni dalle sentenze, l’inchiesta Tangenti Mose continua a riservare sorprese: sono stati sequestrati beni per 21,4 milioni di euro. Di questi 10,7 milioni di euro sono relativi alla sentenza di confisca per l’ex manager di Mantovani, Piergiorgio Baita, che dà partecipe al sistema di tangenti si è fatto collaboratore delle indagini. «Mercoledì mattina- spiega l’avvocato Rampinelli, legale di Baita - è arrivata la notifica della confisca, che dal punto di vista materiale si riduce però a quella di una casa a Treviso e del pignoramento di un quinto della pensione di Baita, che era uscito dall’inchiesta Mose con un patteggiamento a due anni di reclusione e, appunto, relativa confisca dei beni».

La seconda notifica di confisca ha raggiunto Nicolò Buson, ex amministratore sempre di Mantovani: a lui sono stati “sigillati” per entrare a far parte del patrimonio dello Stato, terreni, case, auto per 1,1 milioni.

Secondo quanto riportato dal comunicato della Procura delle Repubblica
gli accertamenti bancari e l'analisi di atti di spoliazione patrimoniale a favore di familiari (atti di donazione, trasferimento fondi), hanno consentito la confisca di denaro, di beni immobili (sette fabbricati e due terreni) e di un'auto per complessivi 1.095.019,40 euro, che si aggiungono ai 18.056.004,19 già confiscati in passato. «Si è dato infine avvio - si legge nel comunicato della procura di Venezia - all'esecuzione della confisca, nella misura di 1/5, dei ratei di pensione spettanti ai due destinatari della misura ablativa». 

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