Strage di Castel d’Azzano, Maria Luisa Ramponi salvata dai carabinieri
La donna, indagata con i fratelli per strage, aveva fatto sprofondare il pavimento che ha travolto i militari. I carabinieri l’hanno portata in salvo prendendola in braccio e portandola nel cortile, dove l’hanno affidata al personale del 118

Maria Luisa Ramponi, la donna che con i fratelli Franco e Dino ha fatto esplodere la sua casa a Castel D'Azzano (Verona), provocando la morte di tre carabinieri e il ferimento di altri 27 appartenenti alle forze dell'ordine, deve la sua vita proprio ai militari dell'Arma.
La deflagrazione, la cui miccia sarebbe stata innescata da lei, l'unica in casa ormai satura di gas, ha fatto crollare lo stabile, fatto sprofondare il pavimento che ha travolto i militari, 'risparmiando' l'indagata, rimasta in piedi su una piccola parte di quel che le era rimasto sotto i piedi al primo piano, mentre attorno erano tutte fiamme.
Su quei pochi metri che la sorreggevano urlava frasi farneticanti a quelli che stavano di sotto. I carabinieri, benché feriti, si sono inerpicati sulle macerie prendendola in braccio e portandola nel cortile dove è stata affidata al personale del 118 che l'ha portata in ospedale.
Maria Luisa Ramponi è piantonata in un reparto ed è in coma farmacologico per le gravi ustioni riportate nell'esplosione.
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