«Smart controlled», la video inchiesta sulla gestione dati di Venezia

Un documentario di Slow News pone molte domande sull’infrastruttura voluta dal sindaco Brugnaro, sul suo utilizzo e su quello che ancora non si sa

Un framento del dcumentario prodotto da Slow News
Un framento del dcumentario prodotto da Slow News

Il mondo delle ”smart city” è un mondo in cui, in teoria, grazie ai dati possiamo prendere decisioni migliori per le nostre città. A Venezia, secondo questa logica, è stata realizzata la Smart Control Room, finanziata anche con fondi della politica di coesione europea, la più grande politica di redistribuzione della ricchezza dell’Unione Europea.

Ma che dati sono? Come sono fatti? Per quali decisioni si possono usare e come vengono raccolti, archiviati, protetti? E, a Venezia, che legame hanno con la sperimentazione del contributo di accesso alla città?

Alberto Puliafito e Fulvio Nebbia (IK Produzioni) sono entrati nella smart control room per conoscerne il funzionamento, capirne le opportunità e i rischi e documentarli. Poi hanno sentito persone che sollevano dubbi rispetto alla reale necessità di questo tipo di raccolta dati e rispetto ad altre misure collegate. Ne è venuto fuori un documentario, "Smart Controlled", il primo episodio di un lavoro a puntate, che pone molte domande. 

Cosa succede se l'infrastruttura potenzialmente utile delle smart city si trasforma in un'infrastruttura di controllo? Un vecchio mantra, ripetuto anche dal sindaco di Venezia Brugnaro in consiglio comunale recita: ”Se non hai nulla da nascondere, non hai nulla da temere”.

Sembra buon senso ma è una trappola logica: nascondere cosa e a chi, esattamente? Come facciamo a sapere oggi cosa non andrà bene a qualcuno che potrà decidere su di noi domani? Perché dovremmo vivere quotidianamente, istantaneamente controllati o controllabili?

”Smart Controlled” è il primo episodio di un lavoro di giornalismo d’inchiesta condotto da Slow News nell’ambito di ”A Brave New Europe”, un progetto a sua volta finanziato dalla commissione europea: in questo lavoro, da tre anni la redazione di Slow News, insieme ad altri partner, investiga e racconta i modi in cui vengono utilizzati questi fondi.

Ecco il video della prima puntata

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