L’ultima intervista, Casaro ricorda Robert Redford: «L’uomo che scrutava oltre ogni limite»
Il maestro trevigiano Renato Casaro ha raccontato sulle pagine del nostro giornale l’attore di Hollywood scomparso anche con un’opera nella stampa tedesca

«Robert Redford è l’uomo che scruta l’orizzonte con uno sguardo che si allunga all’infinito».
Così Renato Casaro, il più grande cartellonista del cinema, definisce il grande attore hollywoodiano mancato martedì all’età 89 anni, con un lascito fondamentale nella storia della settima arte, nella società americana, e nell’universo iconografico mondiale.
Quello sguardo, intenso, azzurro e sconfinato, Casaro lo ha ritratto in una illustrazione esclusiva per la copertina del magazine tedesco Stern sul film “L’uomo che sussurrava ai cavalli” (1998), che Redford ha diretto oltre che interpretato, mentre nel suo fisico longilineo e al contempo strutturato, la matita dell’artista trevigiano lo ha immortalato sulle locandine del capolavoro “La stangata” (George Roy Hill, 1973) in cui compare assieme Paul Newman, del western “Corvo rosso non avrai il mio scalpo!” (Sydney Pollack, 1972), e della crime comedy “La pietra che scotta” (Peter Yates, 1972), dove Redford è seduto con George Segal sul braciere alzato al cielo dalla Statua della Libertà.

«L’occasione più importante che ho avuto di rappresentare Robert Redfort – racconta Casaro – è stata quando lo Stern, tra le più importanti riviste tedesche, mi chiese di produrre una illustrazione del film “L’uomo che sussurrava ai cavalli”, di cui peraltro non avevo disegnato la locandina, e che mi ha permesso di ritrarre il primo piano di Redford, cogliendo quella che secondo me è la sua caratteristica più valorizzante, ovvero lo sguardo.
Quando chiedevano a Sergio Leone perché prediligesse gli attori americani a quelli italiani nei suoi film, lui rispondeva: perché l’attore americano guarda lontano nella prateria, mentre l’attore italiano ha lo sguardo corto. Ecco, Robert Redford figura questo concetto: è l’uomo che scruta oltre ogni limite».
Tanto intenso è il primo piano del divo nella copertina di Stern tanto ironico è invece l’atteggiamento delle locandine degli anni Settanta.
«Era un piacere disegnare Redford – continua Casaro – da un lato per il suo carisma, dall’altro per la sua bellezza, che guidava sempre un certo taglio all’immagine.

Inoltre l’ho seguito molto come attore, soprattutto nei film western, ho amato le sue scorribande accanto a Newman in “Butch Cassidy”, e sono stato contento di averli potuti raffigurare entrambi per la locandina di “La stangata”, dove ho messo in evidenza il lato ironico dei loro personaggi, così come per la coppia Redford – Segal in “La pietra che scotta”, in cui appaiono al posto della fiamma nel braciere della Statua della Libertà con il diamante che penzola ai loro piedi.
Nel manifesto di Corvo rosso l’attore invece è statuario nella sua figura, che riempie lo spazio, anche se il suo atteggiamento è sempre dinamico, espressivo e vitale».
Casaro è riuscito a conferire movimento e tridimensionalità alle scene rappresentate, cogliendo l’essenza del film ma anche l’anima del personaggio, arrivando forse a quella dell’attore stesso, che nel caso di Redford ha davvero a che fare con l’immensità.
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