Omicidio di Gemona, i carabinieri tornano nella villetta: ora si cercano le tracce di sangue

Gli investigatori torneranno sul luogo del delitto con luminol e nuove tecnologie. Il 12 agosto l’autopsia chiarirà cause e tempi della morte

Alessandro Cesare

L’indagine per l’omicidio di Alessandro Venier entra nel vivo, per riuscire a trovare conferma alle affermazioni di Lorena Venier. Per ora, infatti, la ricostruzione del delitto si è basata per la gran parte sulle dichiarazioni dell’infermiera 61enne. Le modalità con cui Alessandro è stato narcotizzato e reso innocuo, così come i particolari della sua morte (il soffocamento con i lacci di scarpe) e la decisione di farlo in tre pezzi per riuscire a inserirlo nel bidone con la calce, sono tutti elementi contenuti nei verbali degli interrogatori della donna davanti a pm e gip. Così come il movente legato alle violenze subite da Alessandro e il timore per l’incolumità della nuora Mailyn Castro Monsalvo e della sua figlioletta.

Ecco perché le prossime settimane saranno decisive per trovare riscontro alle dichiarazioni di Lorena.

Domani è previsto un ulteriore sopralluogo del Nucleo investigativo dei carabinieri nella “villetta degli orrori” di via dei Lotti, a Gemona. Gli investigatori torneranno a scandagliare la stanza indicata dall’infermiera come luogo del crimine. L’obiettivo è trovare tracce di sangue di Alessandro. È qui che, sopra un lenzuolo poggiato sul divano, Lorena ha fatto in tre pezzi il figlio, dopo che quest’ultimo era stato soffocato da Mailyn con i lacci da scarpe. Un’operazione conclusa con l’ausilio di un seghetto. I carabinieri arriveranno nella villetta alle 8.30 del mattino per iniziare i rilievi con l’utilizzo di nuove tecnologie e luminol alla ricerca di conferme rispetto al racconto fatto da Lorena.

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La seconda tappa che rappresenterà un passaggio fondamentale sarà quella dell’esame autoptico. La Procura, attraverso il pubblico ministero Giorgio Milillo, ha fissato per martedì 12 agosto il conferimento formale dell’incarico per l’esame autoptico sulla salma del 35enne. A eseguirlo, nei giorni successivi, sarà il medico legale Francesca Sinopoli, affiancato dal dottor Riccardo Addobbati per la parte tossicologica. Saranno presenti anche i consulenti dei legali delle due donne indagate per il delitto: Giovanni De Nardo, che assiste Lorena, ha nominato il dottor Massimiliano Mansutti, mentre gli avvocati Federica Tosel e Francesco De Carlo, che rappresentano Mailyn, si avvarranno dei medici legali Lorenzo Desinan e Ugo Da Broi.

Gli esami serviranno per determinare il momento preciso della morte di Alessandro e soprattutto le cause. Il delitto si è davvero consumato la sera del 25 luglio? Il 35enne è stato ucciso dal mix di farmaci e insulina o dai lacci delle scarpe stretti attono al collo? L’autopsia consentirà di determinare anche le modalità con cui il corpo dell’uomo è stato fatto a pezzi.

«Una volta che anche l’insulina ha fatto effetto – ha riportato Lorena – abbiamo provato a soffocarlo con un cuscino, ma Alessandro continuava a reagire, anche se era privo di forze. Il piano non prevedeva di sezionarlo: l’ho fatto, da sola, quando abbiamo capito che il corpo non ci stava nel bidone in cui avrebbe dovuto decomporsi. A quel punto, con un seghetto, l’ho fatto in tre pezzi e Mailyn l’ha trasportato nell’autorimessa e coperto di calce», ha concluso Lorena.

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