La passione per il calcio e la prima volta in pedalò: chi era Samad Miah, annegato a 11 anni
Il ragazzino era arrivato a Mestre a due anni e viveva nel quartiere Piave. La gita al lago di Molveno si è trasformata in tragedia quando è entrato in acqua e non è più riemerso

Due occhi curiosi, i capelli neri come la pece e un sorriso allegro, rivolto dritto all’obbiettivo. La foto che ha fatto il giro del web e che ritrae Samad Miah, l’undicenne morto annegato al lago di Molveno, è stata scattata qualche anno fa, quando era solo un bambino ma, crescendo, aveva mantenuto lo stesso sguardo vivace, la stessa allegria travolgente.
Samad era nato in un piccolo villaggio del Bangladesh ed era arrivato a Mestre quando aveva soli due anni. Qui, viveva con i genitori e il fratellino nel quartiere Piave. L’undicenne aveva frequentato in Italia prima la scuola dell’infanzia e poi la primaria, all’istituto Caio Giulio Cesare, e a settembre avrebbe iniziato la seconda media. Nella sua classe era inserito e ben voluto e, una volta terminati i compiti a casa, era solito andare a giocare a calcio con gli altri bambini del quartiere al parco Piraghetto.
«Con profondo dolore la comunità scolastica apprende la tragica notizia della scomparsa del suo alunno Samad», ha scritto in una nota l’istituto, «I compagni, le loro famiglie, la dirigente Michela Manente, gli insegnanti e il personale desidera esprimere la più sentita vicinanza alla famiglia e a tutti coloro che gli hanno voluto bene. Ci uniamo in un abbraccio silenzioso, custodendo con affetto il ricordo della presenza di Samad tra noi».
La tragedia
Samad, lo scorso giovedì mattina, era partito da Mestre su un bus con altri membri della comunità bengalese per fare una gita in Trentino Alto Adige, sulle sponde del lago di Molveno. Una giornata che avrebbe dovuto essere un’occasione per il nutrito gruppo di stare insieme, ma che si è poi trasformata in tragedia. Samad, insieme alla famiglia e ad altre persone, era salito su un pedalò per un’escursione. Era la prima volta che vedeva il lago di Molveno ed era entusiasta all’idea di una gita fuori porta.
Una volta finita, intorno alle 16, la famiglia, occupata a ormeggiare il pedalò, avrebbe perso di vista l’undicenne che, nel mentre, era rientrato in acqua da solo, in un punto poco visibile, dove i bagnanti non avrebbero potuto notarlo. Non vedendolo più, i genitori hanno immediatamente dato l’allarme. Il ragazzino non sapeva nuotare bene e l’acqua ha avuto la meglio.

I soccorsi
Sul posto si sono precipitati i vigili del fuoco con il nucleo dei sommozzatori, i carabinieri, il soccorso alpino e il Suem. Il corpo di Samad è stato ripescato sul fondo del lago, a una decina di metri dalla riva e in prossimità dell’attracco dei pedalò. Era rimasto sott’acqua 40 minuti. Disperati i tentativi di rianimarlo, poi, in arresto cardiocircolatorio, è stato elitrasportato all’ospedale Santa Chiara di Trento, dove è morto poco dopo il suo arrivo.

Le reazioni
Tutta la comunità, mestrina e bengalese, si è stretta attorno alla famiglia Miah. «Un altro bambino ci ha lasciati troppo presto, gettando nel dolore i propri cari», ha scritto l’assessore alla coesione sociale, Simone Venturini, «Una bruttissima notizia che ci riempie il cuore di dolore. Le mie più sentite condoglianze ai genitori di Samad e a chi gli ha voluto bene. È un giorno tristissimo per tutti noi».
Subito dopo l’accaduto, anche il sindaco di Molveno, Lorenzo Donini, aveva espresso il dolore del paese per la tragedia. «Ci dispiace davvero tanto per l’accaduto, siamo rattristati».
Attonita la comunità bengalese, con il suo portavoce, Syed Kamrul che è andato a trovare la famiglia a casa. «Sono ore di profondo dolore», dice, «tantissime persone stanno andando a porgere le loro condoglianze, per dei genitori perdere il proprio bambino è una tragedia inimmaginabile». La salma è ancora a Molveno, in attesa del nulla osta per poterla trasferire a Mestre.
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