Morti nell’incidente a 19 anni, il cordoglio della Figc: «Questo è il momento di essere ancora più uniti»

Il messaggio di Gabriele Gravina per la scomparsa di Fabio Rosa e Danilo Boz, scomparsi nel tragico schianto in galleria: il dolore di un'intera comunità

Emanuele Maniscalco

Il mondo del calcio è in lutto. La tragica scomparsa di Fabio Rosa e Danilo Boz, rispettivamente portiere e centrocampista dell’Asd Maniago Vajont, ha generato un’ondata di commozione che ha travolto non solo compagni e società, ma l’intera comunità sportiva. Avevano solo diciannove anni e un futuro che sembrava ancora tutto da giocare. In campo determinati e rispettati. Fuori, amati da amici e conoscenti.

«La scomparsa di Fabio e Danilo mi ha lasciato senza parole – afferma il presidente della Figc Gabriele Gravina in un messaggio di cordoglio inviato al Presidente del Comitato Regionale Friuli Venezia Giulia Ermes Canciani – una grave perdita che ha generato un dolore enorme. Sono vicino alle famiglie dei ragazzi e a tutto il movimento calcistico friulano. Il nostro mondo rappresenta una Comunità che si riconosce in valori profondi, questo è il momento di essere ancora più uniti».

Un dolore che non conosce confini, né rivalità. Lo ha ribadito con forza il presidente dell’As Maniago, Andrea Bottecchia, a capo della storica rivale cittadina del Maniago Vajont: «Il dolore è forte. Ci stringiamo attorno alle famiglie, alla società, agli allenatori e a tutti i giocatori. Erano ragazzi conosciuti, amici di tutti, due giovani vite spezzate troppo presto. Per alcuni di noi erano volti noti e familiari. Alcuni giocatori della nostra squadra avevano condiviso con loro lo spogliatoio, e questo rende la perdita ancora più sentita. Il destino è stato crudele, una vera e propria disgrazia che lascia tutti attoniti e senza parole».

Incidente mortale in galleria, le auto distrutte e il dolore degli amici: le immagini

Parole che commuovono e che ben raccontano lo spirito con cui il calcio ha scelto di reagire: con rispetto e unità, al di là di ogni colore. In risposta alla tragedia, anche il gruppo squadra dell’As Maniago si è proclamato in lutto, sottolineando che «ci sarà tempo, più avanti, per tornare a parlare di campo e obiettivi. Ora è il momento del raccoglimento e della vicinanza».

Cordoglio profondo anche da parte dell’Asd Maniago Vajont, la società di appartenenza dei due ragazzi. In un comunicato diffuso sui social, si legge: «Tutte le nostre attività sono al momento sospese fino a nuova comunicazione. Siamo sconvolti dalla tragica scomparsa di Danilo e Fabio, siamo vicini in questo momento alle famiglie e ai loro cari per questa perdita inimmaginabile e continueremo a fornire loro il pieno supporto».

Al messaggio del Maniago Vajont si sono aggiunti i pensieri di molte altre realtà sportive del territorio: dal Tamai al Vallenoncello, passando per il Pordenone, l’Aviano, il San Quirino e numerose altre squadre del pordenonese. Un cordoglio corale, che dimostra come fuori dal campo, davanti a tragedie simili, non esistano rivalità o competizioni che tengano. Davvero sentito e sincero il calore che arriva in queste ore dal mondo del calcio dilettantistico, fatto di società, dirigenti, tecnici e compagni che si stringono con affetto attorno a chi sta vivendo un dolore incolmabile. Sentite anche le condoglianze via social: l’Azzanese scrive che «Il presidente Mauro Guerra e tutta la società si uniscono con dolore al lutto per la scomparsa dei due ragazzi», mentre l’Unione Smt dichiara «vicinanza alla comunità, uniti nel ricordo di chi ha lasciato un segno indelebile. Condoglianze alle famiglie dei ragazzi scomparsi troppo presto».

Solo alcuni esempi di quanto questa scomparsa abbia unito tutta la comunità calcistica della provincia e oltre, per una tragedia che lascia senza parole. Non ci sono fischi d’inizio o finali da attendere, in giorni come questi. Solo il silenzio che accompagna un dolore collettivo, condiviso come una stretta di mano tra avversari. È il lato più umano del calcio a emergere, quello che nessuna classifica può misurare.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia