Liceali di Trieste premiati a Montecitorio, “ma La Russa non applaude alla studentessa antifascista”
La polemica durante la premiazione del concorso “Tracce di memoria” del Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi: la liceale triestina ha parlato a nome del gruppo della loro ricerca sull’attentato del 1974 alla scuola slovena di San Giovanni

Un gruppo di cinque ragazze e un ragazzo di terza e quarta superiore del liceo Carducci Dante di Trieste ha ricevuto ieri, venerdì 9 maggio. un prestigioso premio a Montecitorio organizzato in occasione del Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi, parlando davanti alle più alte cariche dello Stato della loro ricerca sull’attentato del 1974 alla scuola slovena di San Giovanni, dove una bomba esplose in serata, quando nell’istituto fortunatamente non c’era nessuno.
L’attentato si inserisce nel contesto dei terribili Anni di piombo, anni di violenze rosse e nere, lotte armate e stragi terroristiche parte della “strategia della tensione”.
Ma il loro lavoro è rimbalzato sui media nazionali perché il presidente del Senato, Ignazio La Russa, sembra essersi stizzito – a quanto hanno riportato La Stampa e Il Corriere della Sera – per l’enfasi posta sulle responsabilità neofasciste del gesto. La Russa avrebbe bisbigliato qualcosa all’orecchio della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e poi si è astenuto dall’applaudire.
Tanto l’orgoglio del docente di Storia che ha seguito il lavoro dei ragazzi, Gabriele Donato, per il risultato raggiunto. Si è accorto dell’irritazione del presidente del Senato?
“Quando ha parlato Sara ero concentrato su di lei. Ma ho notato che alla fine del discorso, a differenza di tutti gli altri, non ha applaudito. Ed è stato l’unico a non applaudire anche al momento in cui un’altra allieva ha ricevuto il premio”.
Ma se c’è stata stizza da parte della seconda carica dello Stato, “non ne capisco le ragioni – prosegue – avevamo solo tre minuti per parlare, e sulla base di un protocollo molto rigido, l’intervento era già stato comunicato con una settimana di anticipo, per cui i contenuti sono stati valutati con molta attenzione. Il tono era molto sereno, non c’erano asprezze o spigolosità eccessive”, commenta.
A nome del gruppo di vincitori del concorso “Tracce di memoria” ha parlato davanti alle autorità Sara. Ecco uno stralcio del suo discorso: “La Trieste democratica e antifascista reagì con una mobilitazione importante, ma oggi non c’è nemmeno una targa in quella scuola che ricostruisca quei due episodi: ce ne sarebbe bisogno, per consentire a chi abita in quel rione, alla comunità slovena e all’intera popolazione cittadina di ricordare che, negli anni della strategia della tensione, anche in questo angolo di penisola la violenza neofascista tentò di seminare il terrore”.
Raggiunto dal Piccolo, il presidente del Senato, però, nega di essersi irritato, dice di non ricordarsi se abbia applaudito o meno e puntualizza: “Applaudo quando ritengo di applaudire, non c’è mai un obbligo ad applaudire”. Quel che è successo, aggiunge, è che è “semplicemente rimasto stupito che rientrasse tra le vittime di terrorismo un episodio in cui non ci sono stati né morti né feriti, anche se è stato un episodio grave. Questo sì”. “La ragazza ha citato un episodio in cui ci furono danni materiali ma non alle persone”, sottolinea ancora La Russa.
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