Il legale di Giulia Schiff dopo l’assoluzione dei commilitoni: «Faremo causa civile»
Gli aggiornamenti sul caso dell’ex pilota dell’aeronautica cresciuta a Mira. Dopo l’assoluzione degli otto commilitoni scatta la controffensiva: «Percosse riconosciute, chiediamo un risarcimento»

«Ricorreremo con una causa in sede civile per ottenere il risarcimento per quello che è successo». A dirlo è l’avvocato Massimiliano Strampelli, il legale di Giulia Schiff, dopo l’assoluzione decisa dal Tribunale di Latina degli otto ex allievi piloti dell’Aeronautica nel processo che li vedeva imputati con le accuse di violenza privata e lesioni personali nei confronti dell’ex collega originaria di Mira.
I fatti risalgono al 2018, quando si tenne il cosiddetto “battesimo del volo” della giovane all’aeroporto militare “Enrico Comani”, sede del 70° Stormo di Latina. Un rito in cui, secondo l’accusa, Giulia Schiff fu colpita con decine di frustrate con dei fuscelli, ma anche spinta contro l’ala di un aereo e, infine, gettata in una piscina.
Il Pubblico ministero aveva chiesto per tutti la condanna ad un anno di reclusione ma il giudice ha deciso diversamente. La parte civile aveva chiesto anche il risarcimento del danno esistente pari a 60 mila euro per la Schiff.
Il giudice del Tribunale di Latina ha deciso diversamente, e ha assolto gli imputati. Il reato di lesioni, è stato poi derubricato in percosse e non procedibile per tardività della querela (che deve essere fatta entro 90 giorni da quando il fatto è stato commesso).
«Anche se derubricato», spiega l’avvocato Strampelli, «il reato di percosse è stato accertato in sede penale e proprio per questo in sede civile ne chiederemo il risarcimento ai responsabili e al Ministero della Difesa».
Giulia Schiff da poco è mamma. Ora vive in Israele con il marito, ucraino – israeliano con il quale ha combattuto negli anni scorsi sul fronte ucraino nella guerra contro la Federazione russa. Si è occupata di fornire aiuto alla popolazione civile ucraina attraverso una Ong e poi, dopo essersi sposata con rito ebraico in Veneto, si è trasferita in Israele con il marito dove attualmente risiede.
L’avvocato della Schiff non dispera che in sede civile possa essere accertata anche la violenza privata e le lesioni. Certo non sarebbero reati perseguibili penalmente, si fa capire, ma si tratterebbe comunque di una vittoria morale e di un risarcimento più ampio. Discorso chiuso invece sotto il versante penale.
«Su quei reati», spiega Strampelli, « incombe la prescrizione. Quindi anche se facessimo istanza di appello i tempi per un processo non ci sarebbero. Siamo però in attesa di conoscere le motivazione della sentenza di assoluzione del Tribunale di Latina del 6 ottobre».
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