L’autopsia conferma: Anna Chiti è annegata. Il funerale martedì 27 maggio

Tragedia della darsena a Sant’Elena. L’ultimo saluto a Malcontenta nella chiesa di Sant’Ilario Vescovo. Il fascicolo assegnato al pm degli infortuni sul lavoro

Eugenio Pendolini
Anna Chiti aveva 17 anni
Anna Chiti aveva 17 anni

Si sbloccano i funerali di Anna Chiti.

L’autopsia sul corpo della diciassettenne, morta sabato sera nel Marina Santelena, ha portato giovedì 22 maggio al nullaosta da parte della Procura. Tra amici, familiari e compagni di classe, l’addio alla ragazza si annuncia partecipatissimo. Prova ne è la commozione che questa tragedia ha provocato in città.

Il funerale si terrà martedì prossimo, alle 10, nella chiesa di Sant’Ilario Vescovo a Malcontenta. Così, in accordo con le autorità, hanno deciso i familiari.

Nel frattempo, dall’autopsia sono arrivate ulteriori conferme sulle cause del decesso della diciassettenne. Anna Chiti è morta per annegamento mentre le ferite sul braccio sembra siano state provocate dalla cima che si era agganciata all’elica. In base alle prime ricostruzioni, infatti, Anna stava utilizzando una cima per ormeggiare alla darsena Marina Santelena, che le è poi rimasta avvolta come una spira attorno alla gamba fino a trascinarla a fondo, proprio mentre gli ospiti erano quasi riusciti a riportarla a bordo.

La cima si sarebbe attorcigliata in torno all’elica del motore, ancora in moto, risucchiandola sott’acqua. Sono queste le prime indicazioni fornite ieri dall’esame condotto dalla medico legale Cristina Mazzarolo. All’esame hanno assistito anche i medici legali Gianni Barbuti (nominato dagli avvocati difensori Augusto Palese e Davide Vianello Viganò) e Calogero Nicolai, nominato dagli avvocati dei genitori, Matteo Andriollo e Nicola Baron.

«Il nostro cliente è assolutamente distrutto per quello che è successo», spiegano a tal proposito gli avvocati dello skipper, Augusto Palese e Davide Vianello Viganò, «attendiamo gli esiti degli accertamenti in corso e il lavoro della Procura. È a completa disposizione della magistratura».

Tanti ancora i punti interrogativi di questa tragedia che ha sconvolto la città di Venezia. A partire dalla dinamica che ha portato la ragazza, innamorata del mare, ad essere trascinata sott’acqua dalla cima nella quale era rimasta impigliata dopo essere caduta in acqua, durante la manovra di ormeggio del catamarano condotto da Andrea Ravagnin, indagato per omicidio colposo, violazione delle norme sulla sicurezza e la formazione sui luoghi di lavoro.

A tal proposito, effettuata l’autopsia sul corpo della ragazza, ora l’inchiesta passerà dalla scrivania del pubblico ministero Stefano Buccini a quella del collega Giovanni Gasparini, d’area per gli incidenti sul lavoro. Sarà quest’ultimo, dunque, a stabilire eventuali perizie per accertare la dinamica dell’incidente e la cornice entro la quale è avvenuto.

Per la Procura, tra la 17enne e il 35enne non c’era alcun contratto di lavoro per quel tour in laguna organizzato per la festa di un gruppo di amici nigeriani. Aspetti sui quali i familiari chiedono chiarezza e giustizia.​​​​

 

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