Caccia aperta ai Bezos, gazebo neri e bodyguard nell’isola di San Giorgio
Gli spazi della fondazione Cini indiziati speciali per la cerimonia di mister Amazon con Lauren Sànchez. Preparativi dietro le quinte, Teatro Verde irraggiungibile, biglietti non in vendita. E intanto gli attivisti No Bezos si organizzano

A San Giorgio Maggiore fervono silenziosi preparativi. I dubbi sono ormai pochi: l’isola dovrebbe essere il luogo prescelto da Jeff Bezos e Lauren Sánchez per il simbolico scambio delle fedi.
Sebbene l’attività culturale della fondazione Giorgio Cini prosegua indisturbata, dietro le quinte l’organizzazione dell’evento esclusivo è all’opera. All’occhio distratto c’è solo un via vai di figure insolite. Operai e tecnici si muovono cauti lungo le rive, scaricano casse coperte, allestiscono strutture temporanee lontano da sguardi indiscreti.

Lo sguardo curioso, invece, non ha difficoltà a notare, negli angoli più remoti, l’insolita comparsa di gazebo neri presidiati dalla sicurezza. Moderne torri d’avvistamento che vegliano sui punti nevralgici e tracciano un perimetro ben circoscritto nel cuore dell’isola. Il funzionamento è come quello di un checkpoint: passa solo chi ha il permesso. Tra gli esclusi dovrebbero ricadere anche i dipendenti della fondazione, per evitare che circoli qualche parola di troppo.
I sentieri che dalla sala degli Arazzi portano al Teatro Verde sono sbarrati da cordoni di sicurezza. Pannelli di legno oscurano ogni possibilità di sbirciare. Sull’altro versante dell’isola, tra le Stanze del vetro e il caffè San Giorgio, si scorgono in lontananza movimenti frenetici. È uso di mercoledì che non siano organizzate visite guidate.
È forse il 25 la data prescelta? Sul sito della fondazione, i biglietti risultano esauriti anche durante tutto il pomeriggio di venerdì. Coincidenze o effetto di una curiosità collettiva ormai incontenibile? E mentre tutti cercano indizi, ogni strada conduce proprio al Teatro Verde. L’anfiteatro di pietra en plein air, progettato dall’architetto Luigi Vietti, si affaccia sulla laguna e può offrire fino a 1. 500 posti a sedere. «Questo è uno di quei pochi luoghi dove si sceglie di essere da ogni parte del mondo», si è limitato a commentare il presidente della fondazione Gianfelice Rocca durante la conferenza stampa di presentazione della nuova mostra “Venezia e le epidemie”. La conferma l’avremo soltanto con lo scoppio dei fuochi d’artificio. Per ora solo bocche cucite in stretta osservanza del vincolo di riservatezza richiesto da Lanza & Baucina.
Nel frattempo, i preparativi proseguirebbero anche alla Pagoda del Lido, alla Scuola grande della Misericordia, a palazzo Pisani Moretta e alla Madonna dell’Orto. Le indiscrezioni sulla lista degli invitati si aggiornano di ora in ora. A ospiti già confermati come Kim Kardashian, Lady Gaga, Orlando Bloom, Kris Jenner, Oprah Winfrey e Diane von Furstenberg, potrebbero aggiungersi Ivanka Trump, Bill Gates ed Elon Musk.
«Questo matrimonio, qui, non s’ha da fare», non smette di mormorare qualcuno tra le calli. E poi c’è chi esprime un diverso tipo di contrarietà, quella fatalista che guarda verso lo studio di un avvocato divorzista: Athos Salomé, 38 anni, brasiliano, è noto come “il Nostradamus vivente” per le sue previsioni che, negli anni, hanno saputo rivelarsi inquietantemente accurate: nel curriculum il profeta di sventura registra colpi come l’aver indovinato l’arrivo della pandemia di Coronavirus e la data della morte della regina Elisabetta II d’Inghilterra; proprio gli inglesi del Daily Mail l’hanno raggiunto e intervistato in esclusiva, strappandogli un vaticinio sulla fine delle nozze di Bezos e consorte, che per l’indovino non supereranno il 2029.
Gossip da cartomante, ma non per il popolo d’oltremanica, abituato a contattare i bookmaker per ogni cosa: c’è da credere che, con questo responso lapidario, le scommesse siano già partite.
Gli attivisti
Un tuffo in canale, che dovrebbero diventare centinaia, al punto che il salto in acqua sta già venendo organizzato con la precisione dei varchi da stadio. Il “blocco rosso”, da ponte Pasqualigo; quello “giallo”, da fondamenta Santa Caterina; il “blocco blu” che corrisponde alla fondamenta degli Ormesini; infine il “blocco verde”, dalla fondamenta dell’Abbazia.
La protesta degli attivisti del neonato comitato “No space for Bezos” prende in prestito i colori di San Giuliano ma assume i contorni di un accerchiamento militare e, a essere assediata, neanche a dirlo è proprio la Scuola grande della Misericordia, ce per i ben informati sabato ospiterà una tappa importante della tre giorni nuziale di mister Amazon e che, oltretutto, è proprietà del sindaco Luigi Brugnaro.
Due piccioni con una fava, o meglio due contestazioni con un solo striscione, d’altronde lo stesso Tommaso Cacciari, già leader dei No grandi navi e oggi tra i portavoce dei contrari all’evento, non esita a puntare il dito contro l’amministrazione comunale: «La visione che sta distruggendo la comunità cittadina è esattamente quella di Venezia come uno sfondo in vetroresina da usare perché fa comodo, come un parco a tema. E il ticket d’ingresso va proprio in questa stessa direzione».
A chi ribatte parlando di un’occasione per la città di essere sotto i riflettori del mondo intero, l’attivista replica duramente: «La laguna non ne ha certamente bisogno, anzi. E non è neppure vero che questi eventi portano ricchezza: si va ad alimentare un’industria turistica che, in realtà, non è neppure veneziana, basta guardare la nazionalità dei fondi che possiedono i grandi alberghi».
Il tuffo in canale dovrà essere comunicato alle autorità in anticipo, come qualsiasi manifestazione, e a quel punto i partecipanti non dovranno temere neppure le multe per il bagno proibito - ammesso che questura e prefettura non decidano di mettersi di traverso. Intanto la chiamata alle armi raccomanda costume da bagno, maschera e boccaglio, magari pure le famose o famigerate “scarpette da scogli”, che il fondale dei canali può rivelarsi traditore.
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