Truffa su 40 appalti pubblici, 99 indagati in tutta Italia

(ANSA) - TREVISO, 09 LUG - La Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di finanza ha scoperto un meccanismo di false documentazioni per l'aggiudicazione di appalti pubblici condotto da un consorzio già destinatario dell'interdittiva antimafia, con sede a Treviso. Nel 2019 e nel 2020 il consorzio, formalmente in possesso di attestazioni necessarie alla partecipazione ad appalti pubblici, si sarebbe prestato ad affiancare come "impresa ausiliaria" 40 società nel territorio nazionale, aggiudicatarie di commesse per lavori del valore complessivo di circa 10 milioni di euro. Le aziende erano riuscite a partecipare e ad aggiudicarsi le gare usando i requisiti del Consorzio che però, nella fase esecutiva dei lavori, non ha mai fornito risorse e mezzi. Per i "servizi" resi, il consorzio ha ottenuto un compenso del 3% del valore dell'appalto. Il rappresentante legale, assieme ai titolari delle società coinvolte, sono stati segnalati a 35 Procure della Repubblica per turbata libertà degli incanti. Con accertamenti bancari e perquisizioni, i finanzieri di Treviso hanno accertato che i compensi derivati dal 3% versato dalle aziende (oltre 200mila euro) sono stati utilizzati a beneficio di società di diritto romeno collegate al titolare del consorzio, che è stato denunciato per autoriciclaggio. Il fascicolo è stato infine trasmesso a 14 Procure della Corte dei Conti territorialmente competenti, segnalando in tutto 99 persone fisiche. Il danno arrecato al bilancio dello Stato ammonta a 10,3 milioni di euro, corrispondenti al valore complessivo degli appalti aggiudicati. (ANSA).
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