Lo zio morì in un lager, apre associazione deportati a Palermo

Era un avvocato, portato a Mauthausen per aver difeso un ebreo

(ANSA) - PALERMO, 24 MAG - Lo zio palermitano fu deportato nel campo di concentramento di Mauthausen, in Austria, dove morì appena un mese dopo il suo arrivo, aveva 46 anni. Era il 1944, il suo nome era Guido Vittoriano Basile, era un avvocato. Partendo dalla sua storia, il nipote, Oreste Poma, ha deciso di aprire a Palermo, in via Gregorio Ugdulena 32, una sede di Aned, l'associazione nazionale familiari ex deportati nei campi nazisti. Con lui altre due persone, anche loro con familiari morti nei lager. Oreste Poma è il vicepresidente, al suo fianco Daniela Di Francesca, anche lei nipote di una deportata. "E' un'associazione apartitica e aconfessionale - spiega Poma - organizzeremo iniziative nelle scuole, mostre sulla memoria e convegni, per non dimenticare". La storia dello zio di Poma ha inizio a Palermo, dove conosce una giovane cantante d'opera. "Si chiamava Dora De Giovanni - racconta Poma - Lei cantava al teatro Massimo, nella Cavalleria rusticana di Mascagni. Si innamorarono e mio zio la seguì a Milano, dove si sposarono". Nella città lombarda incontra una famiglia ebrea, i Colombo. "Gli chiesero di occuparsi del caso del figlio Tullio, detenuto a San Vittore: era proprietario di un negozio di articoli sportivi, in corso Vittorio Emanuele. "Nonostante si fosse attenuto alle leggi razziali e avesse venduto la sua attività fu arrestato e morì in carcere - racconta Poma - "E mio zio fu arrestato solo perché era il suo avvocato". "Si dice che lo sterminio nazista ha visto coinvolte più o meno 12 milioni di persone, la metà ebrei - conclude il vice presidente di Aned - SI tende a parlare dello sterminio degli ebrei ebrei, ma ci sono tante altre persone, come mio zio, morte sotto le leggi razziali, delle quali si rischia di perdere traccia e memoria". (ANSA).

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