Laghat, storia vera di cavalli, redenzione e coming of age

(di Francesco Gallo) (ANSA) - ROMA, 05 DIC - La naturale fascinazione del cavallo sul grande schermo vale anche più se si tratta di una storia vera con tanto di redenzione e coming of age. Questa l'alchimia di 'Laghat - Un sogno impossibile', diretto da Michael Zampino e liberamente ispirato al romanzo 'Laghat, il cavallo normalmente diverso' di Enrico Querci già alla 43esima edizione del Torino Film Festival (all'interno della sezione "Zibaldone") e ora in sala dal 4 dicembre da Vertice 360. Ecco la storia di questo gradevole percorso di crescita. Andrea (Lorenzo Guidi), ventunenne, affianca il padre (Edoardo Pesce), un antiquario troppo incline a loschi affari e scorciatoie, ma l'incontro con Tony (Hippolyte Girardot), suo ex allenatore, lo spinge a credere di poter tornare il fantino vincente che era prima di abbandonare le corse. Purtroppo l'unico cavallo che Tony ha a disposizione è Laghat, un purosangue eccezionale, ma con una grave menomazione agli occhi (non vede bene dal sinistro). Inizia così per Andrea una sfida sportiva e umana che, tra mille difficoltà, lo farà maturare come uomo. Prodotto da VIDEA e ALBA Produzioni, nel film spicca la bellezza adrenalinica delle corse dei cavalli e la puntualità dei dialoghi scritti da Michael Zampino ed Heidrun Schleef. "Abbiamo cercato di prendere questo episodio reale, l'aneddoto di un cavallo mezzo cieco che non è stato soppresso, anzi ha vinto e ha avuto una vera carriera, e ne abbiamo fatto una drammaturgia aggiungendo delle situazioni" dice il regista a Torino facendo riferimento al vero cavallo baio oscuro nato nel 2003 in Gran Bretagna da Diktat e Laura's Show. "Sono partito da zero con i cavalli, lavorandoci per mesi ho capito che devi creare un rapporto di fiducia con loro. - racconta invece Lorenzo Guidi - Questo è stato il punto di partenza per entrare nel mondo del mio personaggio, poi è arrivato tutto in maniera naturale. È un ambiente che ti chiede l'esclusiva, devi dare tutto ai cavalli, una cosa che non puoi capire fino a che non l'hai vissuta in prima persona". Edoardo Pesce, sempre credibile nel personaggio del balordo, dice invece al Festival di Torino: "Mio nonno era un appassionato di corse di cavalli e mi portava a Capannelle da piccolo, è proprio lì che si è sentito male prima di morire. - racconta l'attore - Per me è stato così molto emozionante che ci fosse questa location nel film. Che faccio? Interpreto un padre conservatore, un antiquario, che non vuole che suo figlio si dia all'ippica, come si suol dire". Come sono nate quelle belle scene di corsa? "Nessuna controfigura, ma un piano sequenza con la corsa vista da dentro, rendendo credibile il fantino. - spiega il regista - E questo senza usare un cavallo meccanico, ma un veicolo molto veloce con un braccio meccanico che permette di inseguire i cavalli da vicino durante la corsa. A un cavallo non puoi chiedere un secondo ciak così quando erano stanchi dovevamo cambiarli". Nel cast del film anche Carlotta Antonelli nei panni di Giulia la compagna di Andrea. (ANSA).
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