Femminicidio, 'Sagi temeva il marito e voleva il divorzio'

(ANSA) - JESI, 05 DIC - "Sagi da due anni aveva paura del marito, vivevano da separati in casa, lei di sopra, lui in tavernetta. Voleva divorziare, così ci diceva. Di notte si chiudeva a chiave in camera e prendeva tranquillanti per dormire". Lo racconta all'ANSA Antonella Giampieri, la titolare di "Confezioni Privilegio", il piccolo laboratorio di Jesi (Ancona) in cui da 18 anni lavorava Sadjide 'Sagi' Muslija, la 49enne macedone uccisa mercoledì scorso dal marito Nazif Muslija nella loro villetta di Pianello Vallesina, frazione del piccolo comune di Monte Roberto (Ancona). "Mangiavano separati, insieme solo quando c'erano parenti in visita. - prosegue l'imprenditrici - E no, non lo aveva affatto perdonato dopo i fatti dello scorso aprile, quando lui con un'ascia aveva sfondato la porta della camera, e per fortuna lei era riuscita a rifugiarsi a casa di una vicina". "Soprattutto - precisa Giampieri - non è vero che lei lo avesse ripreso in casa volontariamente". Lui, uscito dal carcere a luglio dopo aver patteggiato la pena per violenze e maltrattamenti, era tornato nella villetta di famiglia. Lei, raccontava alle colleghe, aveva sperato che se ne andasse, aveva anche tentato di entrare lei stessa in una casa di accoglienza per donne maltrattate, "ma inutilmente": "pagava il mutuo della casa e non poteva permettersi un affitto, non voleva rinunciare al lavoro né ai sacrifici di una vita, né ricominciare da capo in Svizzera, dove viveva il figlio". Così condivideva con il marito lo stesso tetto, "lui in taverna, lei di sopra. Il marito beveva ed era geloso; - racconta ancora la datrice di lavoro di Sadjide - lei, prima solare e sorridente, ma riservata, da due anni si confidava con noi". (ANSA).
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