Nei container cibo buono e solidale: PLIP-à-Porter

MESTRE. Il negozio temporaneo? Anche dentro ad un container. L’idea non è una novità all’estero ed era stata proposta dal comitato “Mestre Second Life” per abbellire l’area, depressa, dell’ex Umberto I. Ora trova nel centro di Mestre la sua prima reale applicazione concreta. Il container di metallo, quello che siamo abituati a vedere al porto e in zona industriale, diventa lo spazio per il commercio.
In piazzetta Pellicani ha aperto “PLIP-à-porter”, il negozio temporaneo di cibo buono allestito dall’osteria Plip di David Marchiori a tempo di record, in collaborazione con Stefano Mondini dell’agenzia di comunicazione Dna Italia. Dal 3 dicembre al 8 gennaio, in piazzetta Pellicani dentro ai container si possono acquistare tanti prodotti di alta qualità assieme ad uno spazio di vendita solidale visto che ci sono i prodotti umbri e laziali che provendono dalle zone terremotate del centro Italia. Oppure si possono comprare panettoni e focaccia della cooperativa Giotto, la bella realtà di pasticceria di qualità nata all’interno del carcere “Due Palazzi” di Padova. E ancora vino, distillati, pasta, farine per fare il pane buono in casa, sughi, spezie e dolci.
Per un Natale all’insegna del buono e del solidale. Tre i container allestiti in piazzetta Pellicani, due scuri e uno bianco, che sovrasta i due a terra e che ospiterà pubblicità istituzionale nello spazio all’ombra della torre civica di Mestre. Cogliendo al balzo la proposta della amministrazione comunale di proporre idee innovative per il Natale, Marchiori e Dna Italia hanno puntato sul container. Con un investimento di 20 mila euro sono stati acquistati i tre box, sistemati in modo tale da trasformarli in moderni store dove ospitare il negozio temporaneo con uno spazio di mescita e la possibilità di godere, all’interno, di assaggi di birra (spine in azione solo per alcune ore al mattino e alla sera) dolci e panini. Un modo decisamente innovativo di fare commercio. E la conferma che il gruppo della osteria Plip al concetto di recupero ci tiene: è nella tradizione dell’osteria di via San Donà a Carpenedo, cresciuta negli anni, di arredare lo spazio di ristorazione con materiale di riuso, dai pellets alle bottiglie di vetro. Ora si offre nuova vita agli anonimi container.
Mitia Chiarin
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