Ecco i polizieschi mozzafiato dei grandi scrittori italiani

Da domani in abbinamento ogni lunedì con questo giornale e con tutti i quotidiani del gruppo Gedi, vengono riproposti undici classici del noir italiano contemporaneo: da Andrea Camilleri a Maurizio De Giovanni, da Gianrico Carofiglio a Gaetano Savatteri. L’iniziativa editoriale, dal titolo Noirissimo italiano. Una raffica di emozioni noir riconferma il successo del genere letterario che più di altri, in questi ultimi vent’anni, si è imposto sul mercato editoriale e all’attenzione della critica e del pubblico.
Storie cupe, hard boiled, efferate, spesso vicine ai caratteri narrativi del poliziesco o del giallo, ma allo stesso tempo contaminate da elementi dark e da atmosfere che fondono la migliore tradizione della crime story anglo-americana con tratti più tipicamente nazionali: la Napoli borghese e malinconica di Maurizio De Giovanni (Il metodo del coccodrillo), le logiche mafiose nella Bari di Carofiglio (L’estate fredda), la Roma criminale raccontata da Roberto Costantini (La moglie perfetta), le colline trevigiane che fanno da scenario alle storie di Fulvio Ervas (Finché c’è prosecco c’è speranza), o ancora la Venezia cinematografica di Gaetano Savatteri (La fabbrica delle stelle). Un universo narrativo in cui assassini, investigatori, collaboratori di giustizia, vittime, testimoni o semplici spettatori, fanno rivivere il perenne contrasto tra bene e male, tra delitto e castigo, aggiungendo però uno sguardo ora più ironico, ora più inquieto, sull’Italia di oggi e sulle sue mille storture.
Ad arricchire ancora di più il catalogo della nuova collana, verranno proposti settimanalmente anche i romanzi di Roberto Centazzo, Squadra speciale Minestrina in brodo, che mette in scena le indagini di tre esilaranti ex poliziotti in pensione, Enrico Franceschini, L’uomo della città vecchia, un mistery ambientato nella Gerusalemme d’inizio millennio, Andrea Ballarini, Viola nel Bordeaux, un raffinato giallo che si svolge tra gli affascinanti vigneti della Francia occidentale, Claudio Coletta, Il manoscritto di Dante, che intreccia la storia di un omicidio con quella del rinvenimento di un autografo dantesco, e infine Franco Pulcini, Delitto alla Scala, che vede protagonista un commissario arabo-siciliano alle prese con un delitto nello storico teatro milanese.
A inaugurare la serie dei Noirissimi, con la prima uscita di domani (euro 7,90 più il prezzo del giornale), sarà l’intramontabile Andrea Camilleri, di cui verrà riproposto il romanzo L’altro capo del filo, che è anche il centesimo titolo della sua intensissima carriera di scrittore. In questo nuovo capitolo della saga di Montalbano, ambientato come sempre nell’immaginaria cittadina di Vigàta, Camilleri racconta la misteriosa morte della bella e benvoluta vedova Elena, barbaramente trucidata a colpi di forbici in un elegante laboratorio di sartoria. Sullo sfondo di questa tragedia privata, e tra lo sgomento generale degli abitanti del paese, si svolge una seconda e più vasta tragedia che riguarda l’attualità italiana, quella dei migranti africani che sbarcano sulle coste siciliane. Ancora una volta Camilleri fonde realtà e finzione rivolgendo un occhio al mondo contemporaneo; lo fa con il suo linguaggio ibrido e con il suo stile pieno di chiaroscuri, dove la velocità della narrazione, come scrisse a proposito di questo romanzo Salvatore Silvano Nigro, scorre nella lentezza di un mondo in cui “anche gli oggetti stanno in agguato”. E quando l’omicidio della giovane sarta sta per diventare un enigma irrisolvibile, un’intricata matassa che non sembra dipanarsi in nessun modo, Montalbano ha finalmente la giusta intuizione per risolvere il caso.
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