Vidali, al via il processo per corruzione
Giaciglio è il detenuto pagato per scagionare «Brunetto»

Il cantiere Nuovo Moschettiere di Bruno Vidali
Vicenda Bruno Vidsali: prima udienza davanti al Tribunale presieduto da Stefano Manduzio ieri per il 42enne Giuseppe Giaciglio accusato di corruzione, istigazione alla falsa testimonianza e calunnia.
Inizialmente gli imputati erano tre, ma il padre di Giuseppe, ora detenuto a Padova, Giovanni Giaciglio nel frattempo è morto e la madre di Vidali, Valeria Grassetti, ha patteggiato la pena di un anno e otto mesi di reclusione davanti al giudice dell'udienza preliminare. Ieri, si sono costituiti parte civile i due fratelli Rizzi, Alessandro e Andrea, con gli avvocati Maria Rosa Cozza e Giampaolo Cappellett. Il difensore di Giaciglio, l'avvocato Danilo Taschin, ha chiesto una perizia psichiatrica sul suo assistito sostenendo che non è capace di intendere e volere e quindi di stare in giudizio. Il pubblico ministero Stefano Ancillotto si è opposto. I giudci si sono riservati la decisione, chiedendo all'avvocato di produrre la documentazione medica, e hanno rinviato l'udienza al 12 maggio per ascoltare i testimoni, che sono i due fratelli Rizzi e la madre di Vidali. Giaciglio junior è il detenuto che stava in cella con Bruno Vidali, il titolare del cantiere «Moschettiere» che si è suicidato nel carcere di Tolmezzo perchè accusato di essere il mandante del tentato omicidio di Maurizio Zennaro, che era stato gravemente ferito da Alessandro Rizzi. Giaciglio, cercando di smentire Rizzi che nel frattempo si era pentito, aveva testimoniato, sostenendo che era stato lui a vendere la pistola utilizzata da Rizzi per sparare a Zennaro. Dopo il suicidio di Vidali, però, la verità aveva assunto un'altra piega. La Grassetti si era presentata al pm Ancillotto per raccontare che il figlio Bruno aveva promesso 150 mila euro a Giaciglio nel caso in cui fosse stato scarcerato, grazie alla sua deposizione. Le trattative iniziali sarebbero avvenute direttamente tra i due detenuti, ma dopo il trasferimento di Vidali era stato il padre di Giaciglio, Giuseppe, e la madre dell'imprenditore veneziano a proseguire le trattative per stabilire il prezzo di quella testimonianza. (g.c.)
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