Welfare e turni più leggeri per i commessi: l’accordo con Confcommercio Venezia

L’accordo integrativo firmato dalla Confcommercio e dai sindacati. Tra i punti anche 240 euro per coprire spese sanitarie o previdenza

Marta Artico
Una commessa al lavoro all’interno di un negozio
Una commessa al lavoro all’interno di un negozio

Una maggiore conciliazione tra lavoro e vita famigliare, che va incontro a moltissime donne, dal momento che nel terziario la componente rosa è molto alta. Il rafforzamento del welfare e della sicurezza sul posto di lavoro, incentivi destinati ai più giovani.

È stato illustrato ieri nella sede di Confcommercio Unione metropolitana di Venezia, il rinnovato contratto integrativo dei lavoratori del terziario, che interessa 7 mila imprese e circa 30 mila tra uomini e donne, in provincia, con un impegno di 7 milioni di euro.

Un punto fermo, dopo 23 anni di attesa. A beneficiarne commesse e impiegati. 350 euro di aumento medio annuo in busta paga, ma soprattutto, la strada spianata da Confcommercio e sindacati, è quella di trasformare l’incremento economico in misure di welfare, con quote che arriveranno a 240 euro.

Il valore del contratto in termini di benefici economici per il comparto sarà, a regime, di oltre 7 milioni di euro a cui si devono aggiungere i contributi e le prestazioni della bilateralità stimabili in altri 2 milioni di euro.

Lavoro e vita famigliare

Le parti in campo hanno previsto la possibilità per i lavoratori che abbiano necessità di provvedere alla cura dei propri familiari, di accordi per riduzioni temporanee di orario anche ad invarianza di salario con la possibilità di utilizzare permessi, maggiorazioni orarie e straordinari.

Ciò per permettere il mantenimento del posto di lavoro ed evitare le dimissioni, sempre più frequenti, a causa della non conciliabilità tra orari e cura familiare (Lo scorso anno ci sono state quasi 80. 000 dimissioni per motivi che per il 90% hanno riguardato lavoratrici).

Salario e welfare

Oltre all’elemento economico è stato attivato un elemento welfare territoriale per tutti i dipendenti del settore pari a 240euro annui a regime. I lavoratori potranno spendere i voucher welfare in beni e servizi di prima necessità, o utilizzarli per assistenza sanitaria, spese scolastiche, previdenza integrativa. Ogni azienda può incrementare la cifra welfare o in alternativa corrispondere ai lavoratori un elemento distinto di retribuzione pari a 35 0euro annui lordi

La battaglia delle domeniche

Una battaglia che riguarda soprattutto le commesse. Un articolo dell’integrativo che rafforza la diversa organizzazione sulle domeniche.

Oggi non c’è obbligatorietà di alternanza dei presidi domenicali, ma con questo integrativo ci sarà la possibilità di lavorarne di meno, per conciliare il lavoro con la vita famigliare, ma sopratutto verranno pagate di più. Dalla nona lavorata la maggiorazione sarà del 40 per cento e di seguito fino al 50 per cento.

Giovani e previdenza integrativa

È stato creato un forte incentivo per gli apprendisti per l’adesione alla previdenza integrativa contrattuale. Le aziende verseranno oltre alla quota di loro spettanza anche quella a carico del lavoratore fino al termine del periodo di apprendistato. Considerata la situazione previdenziale pubblica, questa diventa sicuramente la forma di welfare da incentivare di più.

Certificazione di genere alle imprese

Le parti hanno ampliato le prestazioni dell’ente bilaterale prevedendo un sostegno al reddito per lavoratori licenziati che accettino un patto di ricollocazione, un contributo per i lavoratori che sono in aspettativa non retribuita a causa di malattie lunghe, per le aziende che vogliano attivare reti di impresa, così come ottenere la certificazione di genere.

Rimangono confermati spese scolastiche e universitarie, contributo acquisto libri di testo, per abbonamento al trasporto pubblico, mensa scolastica, frequenza centri estivi, interventi sanitari non coperti dai fondi sanitari integrativi e molto altro.

Tra i partecipanti all’illustrazione, Noemi Simonini, direttore Confcommercio, Luca Bertuola, responsabile area relazioni sindacali, Manrico Pedrina, presidente di commissione re e Andrea Gaggetta, direttore Ente bilaterale. I segretari generali di Filcams Cgil, Caterina Boato, Nicola Pegoraro, Fisascat Cisl Venezia, Luigino Boscaro Uiltucs Veneto.

«La trattativa» spiega Confcommercio «è stata condotta tenendo conto della scarsità di manodopera “che si tradurrà nei prossimi anni in una perdita di centinaia di migliaia di posizioni lavorative” , della necessità di dare continuità ai percorsi lavorativi dei giovani e assicurare percorsi di formazione continua, considerata la lunghezza delle carriere lavorative, e della necessità di formazione sulla transizione digitale e ambientale, oltre a garantire il recupero salariale».

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