Venezia sprofonda ogni anno di due millimetri nell’acqua

VENEZIA. Venezia perde un millimetro all’anno a causa del cedimento del suolo e altrettanto per l’innalzamento del livello del mare. Le giornate di acqua alta eccezionale che oggi sono in media 4 all’...

VENEZIA. Venezia perde un millimetro all’anno a causa del cedimento del suolo e altrettanto per l’innalzamento del livello del mare. Le giornate di acqua alta eccezionale che oggi sono in media 4 all’anno, diventeranno fra le 20 e le 250 entro il 2100. Il movimento della città è stato osservato con una risoluzione senza precedenti (3 metri) in uno studio pubblicato su Scientific Reports. Lo hanno scritto, utilizzando vent’anni di dati dai satelliti, Luigi Tosi del Cnr, Pietro Teatini dell’università di Padova e Tazio Strozzi del Gamma Remote Sensing, in Svizzera. «Venezia poggia su depositi sedimentari del quaternario. Sono sabbie e argille portate nel corso del tempo da Po, Brenta e Bacchiglione» spiega Tosi. «Lo stesso Canal Grande era probabilmente un ramo del Bacchiglione, quando il mare era più basso di 150 metri e il nord dell’Adriatico era una pianura. La città si è sviluppata in buona parte su isole create gettando terra e sabbia nel mare». L’assestamento di questo fondo morbido (i sedimenti del quaternario sono spessi circa un chilometro) è la causa principale dell’abbassamento naturale. «Ma siamo riusciti a osservare anche i movimenti temporanei causati dalle attività di restauro di tetti e palazzi, o dal prosciugamento dei canali per la periodica pulizia». Queste deformazioni della città causate dall’attività umana hanno effetti ancora più evidenti rispetto a quelle naturali (fino a 10 millimetri all’anno), ma sono temporanee e localizzate. Al loro completamento, la città è in grado di recuperare gradualmente la forma originaria. Nell’ultimo secolo, nel complesso, Venezia è affondata di 25 centimetri. All’inizio degli anni ’70 il divieto di pompare acqua dal sottosuolo ha però frenato il cedimento. E con alcuni modelli da lui ideati, Teatini ipotizza di iniettare nuova acqua nel terreno molto profondo per tentare di risollevare la città. «Ma nella parte settentrionale della laguna - spiega ancora Tosi - i pozzi artesiani continuano a essere diffusi. Tra Jesolo e Portogruaro la subsidenza arriva a 6 millimetri all’anno».

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