Trasporti, scuola e servizi: giornata di scioperi nel Veneziano. L'annuncio: «Bloccheremo il ponte della Libertà»
Due cortei da Venezia e da Mestre pro Pal in mattinata confluiranno verso il ponte della Libertà con l’obiettivo di bloccare l’ingresso in centro storico. Previsti grossi disagi, massiccio il dispositivo di sicurezza

«Facciamo la storia, blocchiamo il ponte della Libertà, blocchiamo tutto». Il corteo sullo svincolo della Vempa, l’assedio del porto commerciale, i presìdi che tracimano in marce attraverso terraferma e laguna. Se nelle scorse settimane le proteste in solidarietà al popolo palestinese hanno già mostrato di cosa siano capaci i manifestanti veneziani, si prospetta essere davvero la prova di forza più importante degli ultimi anni: non è un caso che, con il peso di migliaia e migliaia di persone, i centri sociali abbiano dichiaratamente deciso di prendersi il più simbolico dei collegamenti cittadini, quella striscia di mattoni e cemento che unisce le due anime del capoluogo. Una conquista che, indubbiamente, significherà paralisi, tanto più in una giornata di braccia incrociate e a tutti i livelli – trasporti compresi.
Lo si ripeteva da settimane: «Se bloccano la Global Sumud Flotilla, blocchiamo tutto», e così è. Dall’annuncio degli arrembaggi contro le navi impegnate nella missione umanitaria verso Gaza alla conferma della mobilitazione di oggi sono passate pochissime ore, e già ieri sera l’anticipo mestrino di piazzetta Coin ha visto un migliaio di persone marciare attraverso il centro.
«Non sono salpate solo cinquanta barche, si sono mobilitate centinaia di migliaia di donne e di uomini», urlavano dal megafono, «Noi siamo gli equipaggi di terra, il fronte di casa, e se gli aiuti sono stati bloccati in mare noi non possiamo stare in silenzio, non riusciremmo a dormire la notte. Non si può più tornare indietro».
Nella stessa serata, centinaia di persone si sono radunate anche a Venezia, nei pressi del monumento alla Partigiana, in riva dei Sette Martiri, e da lì, in corteo, si sono mosse per raggiungere il presidio del personale sanitario per Gaza, davanti all’ospedale civile.
Venezia e Mestre. Anche oggi sono previsti due cortei: uno da campo Santa Margherita, l’altro dalla stazione ferroviaria di Mesyte. E il traguardo è proprio il ponte della Libertà, ma i disagi cominceranno ben prima, quando la massa inizierà a spostarsi, alle nove.
Se le promesse della mobilitazione generale venivano ripetute da giorni e giorni, formalmente ieri la commissione di garanzia sugli scioperi ha dichiarato illegittimo quello che andrà in scena oggi: troppo poco il preavviso, i sindacati sono stati redarguiti, così si rischia l’apertura di un procedimento di valutazione. Non che la tirata d’orecchi sia stata ascoltata: Cobas, Usb e Cgil restano sulle loro posizioni e già dalla sera del 2, alle 21, sono partite le astensioni dal lavoro; fatte salve le fasce garantite – dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21 – proseguiranno per tutte le 24 ore. Scuola e sanità, dopo i trasporti, i fronti più caldi, con migliaia di veneziani pronti ad incrociare le braccia, e i conseguenti stop ai servizi.
«Per me la vera manifestazione per la pace è quella in cui sventolano entrambe le bandiere, perché la pace si costruisce in due», commentava ieri il sindaco Luigi Brugnaro, «Noi siamo a favore della soluzione due popoli e due Stati che vogliono vivere in pace, non di una sola parte. L’Italia dovrebbe mantenere una posizione terza: così avremmo più voce in capitolo, anche perché ci affacciamo tutti sul Mediterraneo. Su questo sostengo la linea del governo».
La speranza è che la manifestazione di oggi si riveli tanto controllata quanto quella del 22 settembre, a Marghera. Ovviamente la presenza e l’attenzione delle forze dell’ordine saranno massime.
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