Muore in casa: la salma da settimane è in obitorio

A trovare il corpo del 52enne, ad agosto, le forze dell’ordine chiamate dai vicini in via Garibaldi a Castello. Se nessun familiare si facesse avanti, il Comune di Venezia è pronto a pagare il funerale

Maria Ducoli
Muore in casa, la salma è in obitorio da settimane
Muore in casa, la salma è in obitorio da settimane

È ancora all’obitorio dell’ospedale Civile di Venezia la salma del 52enne residente a Castello che a fine agosto è stato trovato morto nella sua casa, in una calle laterale di via Garibaldi.

il ritrovamento

Ad accorgersi della sua morte, qualche giorno dopo il malore che gli è costato la vita, erano stati dei vicini, insospettiti dall’odore che proveniva dalla sua abitazione. Così, avevano chiamato le forze dell’ordine che, una volta forzata la porta ed entrati nell’appartamento dell’uomo, avevano fatto la macabra scoperta. Accertata la morte per cause naturali, non era stata disposta l’autopsia e la salma era stata portata all’obitorio del Civile, in attesa che i familiari si facessero avanti. Il 52enne lavorava come addetto alle pulizie a Palazzo Ducale e in altre istituzioni cittadine, viveva da solo e gli amici raccontano che non aveva parenti oltre ai due nipoti, figli della sorella defunta.

L’attesa

Sono passate settimane, ma la salma è ancora in ospedale. In questi casi può subentrare il Comune che, a proprio carico, può decidere di disporre il funerale, se nessun familiare si facesse avanti.

Tuttavia, nelle ultime ore, i nipoti sembrerebbero star discutendo il da farsi, ipotesi che potrebbe quindi escludere un coinvolgimento del Comune. I prossimi giorni saranno, dunque, cruciali per capire che pieghe prenderà questa triste vicenda.

L’abbraccio degli amici

In attesa di capire qualcosa in più, gli amici di via Garibaldi si dicono dispiaciuti e affranti per la situazione. «È sempre triste quando qualcuno muore così giovane, a maggior ragione se per giorni nessuno se ne accorge, nessuno lo cerca», commenta Alberto Cancian, tra le persone con cui il 52enne chiacchierava, quando capitava, a Castello, e a cui l’uomo si era rivolto, in passato, per dei problemi contrattuali.

«Speriamo che la situazione si sblocchi quanto prima», aggiunge, «noi amici e conoscenti della zona in cui viveva vorremmo dargli l’ultimo saluto, quando sarà. Gli avrebbe fatto piacere».

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