Venezia impossibile: il Doge nel 1989

Dopo il grande successo incontrato al Rossini e al Giorgione sbarca anche a Mestre “Venezia impossibile”, il film di William Carrer liberamente tratto dal romanzo omonimo di Marco Toso Borella (Supernova) e ambientato in una città ancora dominata dal potere dogale a due secoli dalla sconfitta di Napoleone. Presenti in sala il regista e gli interpreti, il fim sarà presentato in anteprima per Mestre al Cinema Dante d'essai mercoledì 20 gennaio, con due proiezioni in programma alle 18 e alle 21. Biglietti (intero 8 euro, ridotto 7 euro, ridotto speciale studenti/anziani 6 euro) in prevendita al Dante dal 13 gennaio.
La storia ruota attorno al Vetro di Murano e racconta una Venezia del 1989 sotto la dittatura dello spietato Doge Anselmo Biaberini. Nella Venezia Impossibile, Napoleone nel 1797 è stato scacciato dai veneziani, ai quali si continua a insegnare “un’altra storia”: quella di una dinastia dogale moderna e dittatoriale. Una serie di efferati omicidi commessi a Murano che vedono coinvolti Maestri vetrai porterà, però Leonardo Rizzi Procuratore Capo della Quarantia (interpretato dall’attore Francesco Wolf), insieme a Fanti Avanzi (interpretato da Davide Strava) e Giustini (interpretato da Roberto Vertieri) a indagare alla ricerca del movente e del mandante e ad addentrarsi sempre più profondamente alla scoperta di verità nascoste, intrighi e sotterfugi. Attraverso intrecci e contrasti tra il mondo della Dominante e il popolo insoddisfatto, che porterà alla nascita di gruppi sovversivi, si svolgeranno le indagini che guideranno alla risoluzione del caso.
La storia è tratta dall’omonimo romanzo di Marco Toso Borella da cui ne mutua la trama reinterpretandola attraverso la personale visione del veneziano William Carrer, che del film ha curato anche la fotografia. «Credo nella cultura, nel cinema di qualità che porta lo spettatore a concentrarsi», spiega il regista. «Credo inoltre nella bellezza dei luoghi e nella produzione che può comunicare messaggi importanti, come la denuncia del superfluo e l’esasperazione di qualsiasi convinzione. Venezia Impossibile è esattamente questo, l’amore per la bellezza, per il vetro, per l’arte, per una città unica come Venezia, la mia città, che va salvaguardata e di cui vanno salvaguardati gli antichi mestieri. Una città che nel film contemporaneamente rappresenta un non luogo, ovvero qualsiasi luogo al mondo dove manca la libertà». La produzione indipendente realizzata in Veneto ha visto la partecipazione di oltre 200 persone e la collaborazione di privati.
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