La frittella più buona è del Lido, premiata la pasticceria Scarpa
Il concorso dell’istituto Barbarigo di Castello, sul podio anche le creazioni di Pitteri e Marchini. Coinvolti gli studenti dell’alberghiero, la preside: «Opportunità per aprire le nostre porte»

La frittella al cioccolato della pasticceria Scarpa Cosetta del Lido è stata incoronata la migliore di Venezia. Al secondo e terzo posto arrivano quelle di Pitteri e Marchini del centro storico.
A decretarlo il primo concorso tutto dedicato al dolce simbolo del Carnevale veneziano, nato da un’idea di Fabio Busetto, dottore in Scienze e cultura della gastronomia e ristorazione ed esperto “food explorer”. Ospitata nelle aule dell’istituto professionale per i servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera Babarigo, la gara è entrata nel vivo venerdì mattina.
«La scelta della farcitura al cioccolato vuole essere un omaggio a Giacomo Casanova», sottolinea Busetto, «viaggiava sempre con una generosa scorta da offrire alle dame che voleva sedurre, convinto dei poteri afrodisiaci del cacao».
La competizione si è svolta nel rispetto di un protocollo rigorosissimo. Per garantire la massima imparzialità, la degustazione è stata organizzata al buio, senza svelare l’identità dei maestri pasticcieri.
«Ho contattato dodici degustatori, esperti e non, tutti veneziani e quindi profondi conoscitori della tradizione dolciaria locale», spiega l’organizzatore, «la sfida era partire da un’idea consolidata e mettere alla prova il palato con sapori innovativi».
Tre tavoli con quattro giudici ciascuno, equamente divisi tra uomini e donne, hanno assaporato le creazioni di quattordici pasticcerie e chef di prestigio accorsi dall’intera città metropolitana. Ogni assaggio è stato cronometrato con precisione: un minuto e mezzo per garantire un’analisi sensoriale approfondita.
Le frittelle in gara sono state analizzate secondo parametri suddivisi in categorie olfattive, visive e gustative. Una votazione da uno a dieci per stabilire, tra le varie caratteristiche, complessità degli aromi, leggerezza dell’impasto, dimensione conforme allo standard di tre forchette, croccantezza della superficie e colorazione del fritto nel rispetto della reazione di Maillard.
Il silenzio rituale dell’assaggio è stato interrotto da qualche scambio di pareri. Tra i giurati, c’è chi l’ha preferita al peperoncino o all'alchermes oppure chi ha apprezzato l’aroma puro del cacao. Non sono mancati i puristi, irremovibili nel loro verdetto: «l’unica vera frittella è la veneziana con pinoli ed uvetta». Il concorso inedito è stato organizzato nel giro di un mese grazie al supporto di studenti e docenti del Barbarigo.
«È stata un’esperienza divertente ed originale», commenta soddisfatto il giurato Alberto Toso Fei.
Un vero e proprio «inno all’artigianalità locale», suggerisce la presidente del consiglio comunale Ermelinda Damiano, seduta ai tavoli della giuria.
«Questo concorso non vuole essere solo un invito per i ragazzi ad intraprendere il percorso della pasticceria», suggerisce la dirigente Rachele Scandella, «ma anche un’opportunità unica per aprire le porte della scuola alla città».
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