UNA FOTO, UNA STORIA / L’atelier al profumo d’aria parigina

Nel laboratorio di San Barnaba Muriel e Dominique inventano i costumi fatti di tessuto e vetro

VENEZIA. Il loro atelier profuma di aria parigina. Sarà il loro limpido italiano, che un po’ si piega alla sensuale “erre” francese, sarà il loro modo di fare: accogliente, raffinato nei gesti e sognatore negli occhi, che facilmente si perdono in ricordi e immagini di un futuro fatto di arte e bellezza. Gli occhi di Muriel sono grandissimi e azzurri come il mare, ma danno il loro meglio quando puntano al decoro di una nuova perla di vetro che nasce dalle sue mani. Quelli di Dominique sono scuri e pungenti, intenti a guidare aghi e spilli fra pieghe di seta pregiata, corsetti, gonne, e pizzi che solo a toccarli fanno volare. Muriel Balensi e Dominique Brunet: entrambe francesi, entrambe innamorate dell’arte, della magia, ma, soprattutto, di Venezia. La prima, quattro anni fa, ha lasciato Parigi e il suo vecchio lavoro per dedicarsi all’arte del vetro: l’ “amore” è esploso durante una vacanza, sfociata in sei mesi di aspettativa e in un cambio radicale di vita che poteva iniziare solo a Venezia. La seconda, invece, si è trasferita qui dieci anni fa con i suoi due figli, si è sposata con un veneziano, ha avuto un altro figlio e ha continuato a fare il suo mestiere di stilista e costumista, coltivato fra le passerelle dell’haute couture parigina, passando per Chanel, Dior e Chloé, e approdato nei palazzi sul Canal Grande. Fra un campo e una calle, si sono conosciute, si sono piaciute e ora, dopo quattro anni di lavoro insieme nel primo laboratorio di Muriel a Castello, hanno inaugurato un nuovo atelier in Calle Lunga San Barnaba. La vetrina sa di bello, di femminile e di originale. L’interno ancora di più, con l’aggiunta di una vitalità creativa che fa sentire a proprio agio. Muriel e Dominique mettono insieme vetro e tessuti, uniscono armoniosamente le loro specializzazioni per creare combinazioni fra abiti e accessori. I bottoni di una giacca diventano fiori in vetro di Murano; un’architettura di perle può trasformarsi in un abito e, nel caso della collaborazione con l’artista Resi Girardello, un collo in filo di rame è diventato una ragnatela di perle firmate Muriel e abbinate a un corsetto disegnato e cucito da Dominique. “La mia specialità sono proprio i corsetti, che molte donne indossano anche con jeans – spiega Dominique – Ma nel nostro atelier realizzo costumi d’epoca per il Carnevale, abiti per le mie collezioni personali, da sposa e da sposo. Purché su misura”. Tutto, all’ “Atelier”, viene confezionato su misura: le collane di Muriel, i vestiti, e anche un enorme cappello in piume di gallo che Dominique, a grande richiesta, ha già realizzato per la seconda volta. In questi giorni, in Calle Lunga San Barnaba, il viavai è continuo: «Per il Carnevale abbiamo lavorato a diverse combinazioni su misura – raccontano le due artiste – Vengono da noi molti clienti stranieri affezionati alla nostra arte, ma anche veneziani». Il lavoro, all’ “Atelier”, è continuo ma silenzioso. Muriel lavora nel suo angolino dedicato alla fusione del vetro: ci si può mettere accanto a lei e guardarla all’opera, con la fiamma a getto e la fantasia che prende il volo. Le fa piacere spiegare come si decorano le perle e come ha imparato a farlo: «Durante una vacanza a Venezia ho conosciuto il maestro vetraio Moulaye Niang, anche lui un veneziano per scelta come me. Quando l’ho visto realizzare una perla davanti ai miei occhi, mi si è aperto un mondo, il mondo in cui voglio vivere – racconta – Così, ho lasciato Parigi e la mia vecchia vita per apprendere l’arte del vetro e vivere a Venezia, città dove il passaggio di tanti artisti si sente ancora nei muri e nella sua anima unica». Muriel e Dominique dicono di avere imparato un italiano da “fondamenta”, ma è vero solo per il fatto che ci mettono in mezzo qualche parola in dialetto. Il resto si avvicina molto alla perfezione. «Siamo felici di vivere qui – dicono da francesi-veneziane – È il nostro posto e non lo lasceremo».

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