«Turismo d’elite per migliorare la città»
Il giudizio di Giovanni Bort, presidente della Camera di commercio di Trento: viabilità migliorata rispetto al passato

MORSEGO - DINO TOMMASELLA - JESOLO - GENTE SULLA SPIAGGIA
JESOLO. Giovanni Bort è presidente della Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura della provincia di Trento, presidente di Confcommercio Trentino e di Unat – Unione albergatori della provincia di Trento. Gli abbiamo fatto qualche domanda.
Quando è venuto a Jesolo la prima volta e dove andava in vacanza?
«Venivo a Jesolo negli anni Sessanta, con i miei genitori. Il primo albergo che mi ricordo di aver frequentato è stato l’hotel Grifone, della famiglia di Alfio Agostinetto, dove poi sono tornato per molti anni. Ricordo che ai tempi, nello stesso albergo, c’era anche la Juventus in ritiro, con giocatori come Omar Sivori, John Charles, Carlo Mattrel. Sivori giocava in spiaggia con noi ragazzi: erano senz’altro tempi diversi, nei quali anche calciatori leggendari come Sivori partecipavano alla vita dell’albergo senza superiorità, ma con estrema disponibilità e affabilità. Altri alberghi che ho frequentato in seguito sono il Caravelle e il Niagara, all’epoca gestito da una famiglia in cui il padre era un cuoco eccezionale; per una curiosa coincidenza, le figlie hanno sposato due trentini. Successivamente ho preso alloggio all’hotel Rivamare della famiglia Martin».
Che ricordi ha della Jesolo di un tempo?
«In quegli anni Jesolo era una cittadina turistica di grande richiamo, già allora molto bella. Mi ricordo quando con gli amici andavamo alla seconda secca a raccogliere stelle marine che erano abbondanti e oggi sono purtroppo scomparse. A Jesolo prese casa un caro amico di mio padre, Mariano Benvenuto, storico frequentatore della città. Mariano aveva una grande passione per i motoscafi che ormeggiava in quella che era una delle prime darsene, gestita dalla famiglia Boscolo. Andavamo spesso in gita in motoscafo, nella laguna o al largo, con lui e i suoi figlioli con i quali è rimasta una forte amicizia. Andavamo a mangiare al ristorante Alla Villa di Renato Giacchetto, pioniere del settore della ristorazione e del divertimento, e poi continuavamo la serata nella discoteca sottostante. Ricordo anche le partite di calcio tra il Trento e lo Jesolo, sia in casa che in trasferta, con l’allora responsabile Bruno Tedesco, zio di quello che si sarebbe rivelato poi un giocatore di ottimo livello, Gidino Tedesco. Ho un altro ricordo molto bello, di Jesolo: in gioventù frequentai l’istituto Filippin, dove ho conosciuto tanti jesolani e la città e il suo mare erano molto “presenti” tra noi. Addirittura, nelle sere di bel tempo, riuscivamo a vedere il faro di Jesolo nel porto di Piave Vecchia, dalle finestre del convitto. Più recentemente, a Jesolo mia figlia Giulia ha partecipato alle prefinali per il concorso di Miss Italia: un episodio in più nel nostro rapporto con la città» .
Ci è tornato anni dopo o ci torna ancora di tanto in tanto? Oggi cosa trova di cambiato?
«Tra lavoro e altri impegni, per molti anni non ho più frequentato la città con la stessa assiduità. Certo, sono venuto ancora e non ho mai perso i contatti con Jesolo, ma si è trattato quasi sempre di visite brevi, di qualche weekend. Quest’anno abbiamo deciso di prendere un appartamento in affitto, il che mi ha permesso di vivere più a fondo la città. Direi che in questi anni le varie amministrazioni, l’Apt e gli imprenditori hanno saputo dare a Jesolo un impulso notevole, investendo su novità e aggiornamenti, su servizi e infrastrutture, tenendo lontana la crisi. Senza snaturare la propria identità di destinazione ideale per famiglie, Jesolo ha saputo cogliere le tendenze del turismo e interpretarle per offrire un prodotto di qualità e molto apprezzato».
I pregi e i difetti di questa città?
«Sui pregi c’è molto da dire: dalla pulizia della spiaggia alla viabilità, che ha fatto molti passi avanti. Credo che la cittadina abbia saputo crescere in modo intelligente, ponendo attenzione a bilanciare sia le esigenze di sviluppo che quelle di immagine, costruendo un luogo di attrattività con infrastrutture adeguate e un buon livello della qualità delle esperienze».
Ci sono state le elezioni da poco, cosa suggerirebbe al sindaco per crescere ancora nel panorama del turismo internazionale?
«Certamente il turismo internazionale, l’abbiamo imparato anche noi in questi anni di crisi, consente di far fronte ai cali della domanda interna; meglio ancora se il turismo internazionale è diversificato e attinge ai vari mercati europei, compresi quelli dell’Est, dove la domanda è fortemente in crescita. Da presidente di Confcommercio Trentino e da albergatore, mi premerebbe vedere un maggiore investimento, proprio in un contesto internazionale, sulla promozione del territorio compreso tra le Dolomiti e il mar Adriatico, Venezia inclusa. Si tratta di un ambiente che nel raggio di pochi chilometri offre una varietà di paesaggi e opportunità uniche a livello mondiale: dai paesaggi mozzafiato delle Dolomiti all’incanto della laguna veneziana, dal mare di Jesolo alle sorgenti e ai sentieri trentini. Naturalmente è uno sforzo corale che dovrebbe avere una regia unica, ma anche le località come Jesolo possono avere voce in capitolo in questa dimensione. Sviluppo della ferrovia e completamento della Valdastico, sia detto per inciso, sono due tasselli fondamentali».
Presidente come evitare il degrado esploso nei giorni di Ferragosto ed evitare un effetto Venezia?
«Un clima di degrado c’è ovunque, è un problema che esiste anche da noi. Furti, atti vandalici, aggressioni sono cronaca quotidiana. La droga e l’alcol, una gioventù alienata, purtroppo sono il frutto di una carenza di educazione e stimoli. Poi le forze dell’ordine con le mani spesso legate necessitano di più poteri. Dobbiamo fermare questo degrado combattendo il senso di impunità oltre ad agire dal punto di vista culturale per dare ai giovani degli stimoli nuovi. Il turismo di bassa qualità è sintomo anche di una crisi economica ancora forte che speriamo si possa superare, fermo restando che tutti devono avere la possibilità di godersi la vacanza. Prendendo il caso Venezia, è una città che dovrebbe trovare i sistemi per frenare necessariamente gli afflussi. Come una tassa di soggiorno per chi dorme si impone qualcosa di simile anche di giorno, introducendo un ticket che possa essere investito per migliorare strutture e servizi».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Leggi anche
Video