Truffa all’Inps da 360 mila € due anni a un falso cieco

Un 60enne di Murano ha incassato pensione e indennità di accompagnamento dal 1998. Scoperto mentre camminava per strada senza bastone né cane guida
Di Rubina Bon
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 16.05.2014.- Cittadella della Giustizia, Piazzale Roma
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 16.05.2014.- Cittadella della Giustizia, Piazzale Roma

MURANO. La pensione di invalidità civile e la relativa indennità di accompagnamento erogate dall’Inps per un ammontare totale di circa 1.700 euro al mese, tutto in virtù della cecità assoluta. Così era avvenuto dal 1998 (prima a pagare era l’Usl) fino al 2016: dalle casse dell’Istituto di previdenza erano usciti in tutto circa 360mila euro. Ma la vita di Moreno Boscolo, 60 anni di Murano, non sembrava contrassegnata, secondo la Procura, dalle difficoltà proprie di chi ha gravissimi problemi di vista. Camminava infatti per strada senza il cane-guida o il bastone, saliva e scendeva dal vaporetto in autonomia, era in grado di riconoscere le persone e di individuare oggetti di piccole dimensioni. Per questo Boscolo era finito a processo davanti al giudice monocratico con l’accusa di truffa ai danni dell’Inps.

Ieri il procedimento è arrivato alle battute finali con la requisitoria del pubblico ministero Stefano Buccini che ha chiesto la condanna dell’imputato a due anni. La difesa, rappresentata dagli avvocati Daniele Della Puppa e Francesco Mason, si è battuta per l’assoluzione di Boscolo. Il giudice ha deciso di accogliere la tesi della Procura, condannando il sessantenne per truffa alla pena di due anni, vincolando la sospensione della pena stessa alla restituzione all’Inps di Venezia, che si era costituito parte civile, di almeno 50mila euro. La battaglia sui soldi percepiti indebitamente potrebbe proseguire ora in altre aule di tribunale.

La legge riconosce l’indennità per i problemi di vista a chi percepisce al massimo la variazione di luce, senza però riuscire a distinguere gli oggetti: queste persone vengono assimilate ai ciechi assoluti. Non il caso del muranese che è stato seguito dai carabinieri di Venezia e filmato mentre svolgeva le normali attività quotidiane. Le immagini erano quindi state sottoposte al vaglio di un medico legale che aveva chiarito come quei comportamenti non fossero compatibili con la presenza di una cecità assoluta.

La Procura contestava a Boscolo anche di aver simulato, in occasione delle visite mediche prima per ottenere e poi per mantenere la pensione, una cecità assoluta, avendo peraltro presentato un certificato, in occasione di uno dei controlli straordinari, che aveva indotto in errore l’Inps in relazione alla presenza della malattia invalidante, esonerando il paziente anche da eventuali visite di revisione.

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