Trios chiude la boutique «Vogliono mandarci via e spremere questa città»

VENEZIA. «Il segreto intento sembra quello di mandare via tutti i veneziani. Spremere il limone fino all’ultima goccia, poi non ci sarà più nulla». Non è stato facile per la commerciante Martina Trios scrivere su Facebook che la sua boutique in Calle dei Stagneri o de la Fava chiuderà il 10 di novembre. Dopo otto anni e altrettanti in precedenza in Campo della Guerra anche Trois si è arresa: «Ormai è impossibile che si cambi direzione», spiega dal suo negozio con abiti dello stilista Midali, tra Rialto e le Mercerie, «Il turismo che c’è fa schifo, le spese sono tantissime, ormai la città è un albergo diffuso con locazioni, tartuferie, cioccolaterie e caramelle a ogni angolo». Il gusto di Trois non si vede solo da Midali. Le sue vetrine sono sempre state ricche di sciccherie: dalle ceramiche di Arsine Nazarian alle sciarpe realizzate a telaio di Sabrina Pandin, passando per le borse con edizioni originali dei libri più celebri, da Shakespeare a Jane Austin. Un’emorragia quella dei negozi che chiudono, al contrario di quelli di caramelle e da pochi euro che invece prolificano. «Purtroppo il ceto medio si sta sempre più impoverendo e quei pochi soldi che ha in più li dà ai figli e non li spende in abiti», prosegue la signora di 58 anni, «I miei clienti sono più verso un ceto medio alto, ma ormai Venezia si sta spopolando. In più le grandi firme che lanciano i saldi si possono permettere di svendere subito perché creano collezioni da saldi, ma io non possono farmi arrivare un cappotto a ottobre e già a novembre scontarlo per il Black Friday. Così per l’estate, ormai i saldi ci sono da metà giugno a fine agosto. Non si può vivere così, noi abbiamo tante spese e non riusciamo a stare in piedi a questo ritmo di svendite». Sono sempre di più le serrande abbassate che fanno sembrare Venezia un’inquietante parco dove i residenti sembrano ingombranti. «Il Comune poteva evitare di arrivare a tanto», spiega, «Bisognava calmierare gli affitti, evitare questo proliferare di affitti turistici e contingentare i negozi con una logica. Invece gli alberghi costruiti a Mestre lasciano intendere che c’è probabilmente il segreto intento di mandarci via tutti perché ormai Venezia è fuori controllo». —

Vera Mantengoli

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