Treni in Veneto, il “cervello” a Mestre

Completato il Sistema di comando e controllo (investiti 22 milioni): 5 postazioni, 27 operatori per avere più sicurezza
Di Giovanni Monforte

Un investimento economico notevole, pari a 22 milioni di euro, per fare del nodo di Venezia e Mestre il “cervello” della rete ferroviaria del Veneto. Sarà, infatti, il Sistema di comando e controllo (in gergo abbreviato con la sigla Scc) del Posto centrale di Mestre a sovrintendere a tutto il traffico, passeggeri e merci, lungo 447 chilometri di linee venete, con l’obiettivo di ottimizzare la gestione del servizio. Il che dovrebbe garantire anche standard di qualità e puntualità maggiori.

L’intervento rientra all’interno di un progetto di ammodernamento tecnologico del nodo di Venezia avviato da Rete Ferroviaria Italiana. L’ultimo tassello del progetto si è completato nel weekend, con l’inserimento nel Sistema di comando e controllo del nodo di Venezia della linea Mestre-Portogruaro. Da ieri mattina il traffico ferroviario della tratta (87 chilometri di linea, 17 stazioni e fermate intermedie) è gestito e monitorato dagli operatori di Mestre. Sulla tratta per Portogruaro, Rfi ha compiuto un investimento di 21 milioni di euro. È stato rinnovato completamente il sistema che regola il distanziamento della marcia dei treni e le stazioni di San Donà e San Stino di Livenza sono state dotate di due nuovi Apparati centrali elettrici a itinerari (Acei). Si tratta di strumentazioni che garantiranno una migliore gestione della circolazione dei treni e delle situazioni di criticità all’interno delle due stazioni. Un ulteriore milione di euro, poi, è stato investito da Rfi per interventi sulla tratta di 28 chilometri tra Mestre e Padova.

Grazie a questi interventi, da ieri il Posto centrale di Mestre sovrintende alla gestione del traffico ferroviario sulle linee Mestre-Udine-Tarvisio, Mestre-Padova, Mestre-Bassano, Treviso-Vicenza e, per l’appunto, Mestre-Portogruaro. Nel complesso, si tratta di circa 447 chilometri di linee, comprese 75 stazioni e fermate, nonché 2 posti di servizio, ovvero bivi e nodi di interscambio ferroviari, i cosiddetti “posti di comunicazione”.

La gestione avviene tramite cinque postazioni, tutte attrezzate con tecnologia informatica di ultima generazione, sulle quali si alternano 27 operatori, ripartiti su tre turni di lavoro nelle ventiquattr’ore. «Con l’SCC tutti gli apparati delle stazioni, come scambi, segnali e passaggi a livello, non sono più manovrati sul posto, ma da un’unica cabina di regia», spiega una nota di Rfi. «Il sistema consente di garantire standard di qualità e puntualità maggiori nella circolazione, grazie a una consistente diminuzione dei tempi tecnici necessari per effettuare, nelle stazioni, il transito e l’incrocio dei treni. La posizione dei convogli e il corretto funzionamento del “sistema stazione” sono visualizzati sui monitor delle postazioni informatiche di ultima generazione, dove sono riprodotte schematicamente le stazioni della linea. L’Scc opera secondo una visione di sistema».

Oltre a consentire la gestione della circolazione ferroviaria su un’area vasta, dunque, il nuovo Sistema di comando e controllo ha il vantaggio di permettere la verifica a distanza del funzionamento di tutti gli apparati presenti sulla linea, la telesorveglianza delle stazioni e la diffusione in tempo reale delle informazioni ai viaggiatori. «Tutto questo con un miglior rapporto tra costi di gestione e prestazioni: miglioramento della qualità dell’offerta di servizio, maggiore efficienza nel processo di manutenzione, maggiore protezione delle strutture contro atti vandalici e furti», garantiscono da Rfi.

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