Travolto da un tir, muore in vacanza

Bibione. Nicola Arnone, 47 anni, era in sella alla sua mountain bike. Da qualche giorno era arrivato in paese con la famiglia
Di Rosario Padovano
L'ambulanza del Suem, a sinistra i carabinieri di Feltre
L'ambulanza del Suem, a sinistra i carabinieri di Feltre

BIBIONE. Morire in vacanza. Accade a Bibione. Vittima di un incidente stradale un turista di 47 anni, Nicola Arnone, residente a Vimercate, un centro di 25mila abitanti della provincia di Monza Brianza, a pochi chilometri da Milano. L’uomo stava impegnando, in sella a una mountain bike, l’incrocio tra via Orsa Maggiore e via Brenta quando è avvenuto l’impatto terrificante con un autocarro Scania appartenente a una ditta di trasporto alimentari di Forlì, alla cui guida c’era un cittadino romeno di 29 anni, M.I., residente a Cesena, sempre in Romagna.

Ai primi soccorritori si sono presentate scene agghiaccianti. Arnone era disteso sull’asfalto, già privo di vita. La salma è stata ricomposta dalla ditta incaricata, la Perissinotto – Duomo di San Michele, e trasferita nel cimitero di Bibione. Sul posto gli agenti del comando di polizia locale di via Maja a Bibione.

Nicola Arnone, napoletano residente a Vimercate, si trovava in vacanza con la famiglia al campeggio Capalonga, che si trova nella zona di Porto Baseleghe. Era a Bibione da qualche giorno, in compagnia della moglie e dei figli di 11 e 5 anni. Erano il suo orgoglio, tanto che il suo profilo Facebook è pieno di loro istantanee. Dopo la colazione ha lasciato i familiari inforcando la sua bicicletta, una mountain bike, per fare un giro attraverso la località di Bibione.

Al semaforo posto tra via Orsa Maggiore e via Brenta, qualcuno non ha rispettato la precedenza. Arnone stava percorrendo la ciclabile quando a un tratto la sua traiettoria si è incrociata con quella dell’autocarro Scania. Arnone è rimasto agganciato al camion, è finito sotto le ruote che l’hanno stritolato. Una scena raccapricciante. I sanitari del 118 non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Arnone con sé aveva solo il telefonino. «È successo qualcosa a mio marito?» è stata la domanda, cui non si sapeva dare una risposta, formulata dalla moglie appena è stata contattata dal cellulare dell’uomo riverso a terra privo di. La zona, fino a ieri sicura, è molto trafficata, in quanto poco distante ci sono le terme, frequentate anche nei mesi invernali. La consorte di Arnone, i due figli, hanno ricevuto massima assistenza sia da parte dei proprietari del camping Capalonga, sia da parte del corpo di polizia locale.

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