Tagliato il contratto ai gestori Spiaggia dei militari, è bufera

Lo stabilimento balneare dell’Esercito a San Nicolò aprirà soltanto ad agosto I sindacati: «Il ritardo è un disagio per l’utenza, ma pensiamo prima ai lavoratori» 

LIDO. Lo stabilimento balneare dell’esercito al Lido, in zona San Nicolò, aprirà entro agosto. Con un ritardo di due mesi rispetto all’inizio della stagione estiva. Oltre ai danni provocati dalla tempesta di fine ottobre a una trentina di capanne, all’origine del rinvio c’è il cambio di gestore dello stabilimento. Lo comunica il maggiore Luigino Teso, capo ufficio a Padova della pubblica informazione per l’Esercito Italiano. Le difficoltà arrivano dalla rescissione del contratto con la ditta Ce.am di Frosinone, la stessa incaricata di gestire, oltre alla spiaggia di via Klinger riservata ai militari e ai familiari, la caserma Cornoldi in riva degli Schiavoni. Il problema nasce ad aprile 2018, quando gli stipendi cominciano ad arrivare a rate con acconto e saldo finale. In un crescendo di ritardi e con i sindacati sul piede di guerra, a partire da giugno dello stesso anno i pagamenti si bloccano per poi essere coperti soltanto a distanza di svariati mesi. A ciò, si aggiunge la preoccupazione delle circa venti lavoratrici (oggi licenziate). Le criticità vengono ammesse anche dall’Esercito Italiano, che parla di un’insolvenza accumulata verso la ditta di Frosinone pari a 300 mila euro (poi coperti grazie all’attivazione di alcune fideiussioni).

Da qui, la recente rescissione del contratto. Domani è il termine ultimo per la scadenza della gara indetta dai militari per il servizio di gestione della foresteria e dello stabilimento balneare del Lido. Entro fine luglio sarà firmato il nuovo contratto “full service”, per la gestione unica della foresteria della caserma Cornoldi e della spiaggia.

Visti tempi della burocrazia, si andrà a chiudere per forza di cose a stagione inoltrata. Ci vorranno tre settimane per l’aggiudicazione della gara. Da qui, altri 35 giorni per eventuali ricorsi. La scelta del nuovo gestore si accompagna ai danni subiti da 35 capanne come conseguenza dell’ondata di maltempo a cavallo tra ottobre e novembre scorsi. Quantificati in qualche migliaia di euro, i lavori devono ancora iniziare. Ma oltre alla capanne, resta da capire il futuro degli ex lavoratori Ce.am. La denuncia arriva dal sindacato Usb. «Il ritardo nell’apertura dello stabilimento è un disagio sicuramente sentito dall’utenza» si legge in una nota, « ma di importanza secondaria rispetto al problema gravissimo dei ritardi della Ceam». La ditta, continua il sindacato, deve ai dipendenti molte mensilità più tfr. «Il tutto malgrado le rassicurazioni e gli impegni presi dall’Esercito per tutelare le lavoratrici di fronte al Prefetto». Usb parla di una situazione «drammatica», dopo i mesi di lavoro gratuito da parte dei dipendenti senza certezza di riassorbimento in caso di nuova gara. La causa, continua la nota, sarebbe da ricercare «in un sistema al ribasso di appalti e concessioni« sulle spalle dei lavoratori. —

Eugenio Pendolini

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