Stima Fism: un bilancio in rosso per più di 2 milioni per le scuole parrocchiali veneziane

IL CASO. Bilancio in rosso per 2, 2 milioni di euro: questa la stima che fa la Fism per le sue scuole paritarie in provincia di Venezia. Un dato che si basa sul costo medio aumentato per i servizi erogati in favore di ciascun bambino iscritto tra nidi e scuola dell’infanzia. Per le materne il bilancio si chiuderà al 30 giugno, basandosi sulla durata dell’anno scolastico 2020/21, per i nidi un mese più tardi.
«Gli incrementi delle spese sono stati più alti del previsto», commenta Stefano Cecchin, presidente regionale della Federazione italiana scuole materne. «La forchetta è passata da 20 a 40 euro a iscritto, e la spiegazione è presto data. Abbiamo dovuto aumentare il numero di classi per distribuire i bambini. Ciò ha comportato la ricerca di ulteriore personale sia docente che per garantire il rispetto di tutte le nuove normative".
"E poi c’è il costo per tutti i presidi anti Covid e i macchinari per pulizie e sanificazione dell’aria nei locali. Senza scordare le ore di straordinario dei dipendenti, basato sull’accordo siglato a livello nazionale con i sindacati. Fatto salvo qualche caso isolato in Veneto, per scuole molto piccole che non riuscivano a sostenersi, le rette non sono state aumentate. Ma se lo Stato non sanerà il disavanzo a bilancio per quest’anno, a settembre ci troveremo in difficoltà. I costi non sarebbero più sostenibili». Ed ecco che emerge il conto da 2, 2 milioni di euro, basato sui 20 euro in più di media per ogni bambino. Sono infatti circa 11 mila quelli iscritti in provincia di Venezia, di cui 900 nei nidi integrati.
Le scuole sono 130, i nidi 42. La media di costi aggiuntivi per singola scuola ammonta a circa 17 mila euro. «Per adesso ce la faremo raschiando fondo del barile, con le nostre disponibilità», aggiunge il presidente regionale della Fism, «ma a fine luglio saremo in pesante passivo. Alle famiglie ora non chiederemo nulla, ma con la ripresa di settembre bisogna che lo Stato preveda dei fondi straordinari, specie se la situazione non dovesse cambiare in modo sostanziale sul fronte Covid. Ne stiamo parlando a livello nazionale, per avere risorse straordinarie sul segmento 0-6. Lo Stato ha le spalle larghe, al contrario di Regioni e Comuni, sangue dai muri non se ne toglie".
"Lo Stato ha imposto le regole e deve prevedere fondi straordinari su questo anno scolastico, altrimenti saranno a rischio strutture e personale. Non parlo di fondi strutturali, ma straordinari. L’indicazione della Fism nazionale è quella di non aumentare le rette, ma nelle scuole dalle tre sezioni in giù, reggere l’urto dei costi è difficile». Massima attenzione, comunque, alle famiglie in difficoltà.
«Ci sono i casi sociali, ci sono i genitori che hanno perso il lavoro, sofferenze che portano a difficoltà per pagare la retta», conclude Cecchin. «Stiamo sostenendo queste situazioni. Tutte le varie iniziative per la raccolta fondi sono però sospese da mesi per impossibilità a farle in presenza, e questo ha fatto mancare molti fondi alle scuole e ai nidi. Le iscrizioni? Per il prossimo anno scolastico si chiudevano il 25 gennaio, e non abbiamo ancora i dati. I bambini vengono tuttavia iscritti ugualmente e poi, prima di settembre, le famiglie vedranno cosa fare» . —
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