Sottomarina-Isola Verde: disastro ambientale
Un chilometro e mezzo di litorale azzerato, spazzate le dune

A sinistra mareggiata a Isola Verde lo scorso anno Sotto le dune danneggiate nella zona di via Barbarigo
SOTTOMARINA.
Un disastro ambientale. Non hanno altri termini gli operatori della spiaggia per definire le conseguenze della violenta mareggiata che tra il 23 e 24 dicembre si è abbattuta sulla parte sud dell'arenile, dalla zona dei campeggi di via Barbarigo a Isola Verde. Un chilometro e mezzo di spiaggia azzerata in una notte, con le onde che hanno spazzato via le dune e divelto le cancellate dei camping. Ieri mattina si potevano vedere i trattori degli operatori all'opera su quel che resta della spiaggia per togliere i pali, i lampioni, i cancelli e le piastrelle crollate sotto l'urto di onde di oltre 2 metri. La furia del mare ha travolto tutto, comprese le massicciate di sassi realizzate appena 2 anni fa sotto la duna per proteggerla. L'acqua ha svuotato i cassoni della sassaia facendo franare le dune, vecchie di 80 anni. Ora i camping della zona sud sono a picco sul mare. Della spiaggia, una sessantina di metri in questa zona, nemmeno l'ombra. I più colpiti sono gli stabilimenti di Isola Verde e quelli di Sottomarina in prossimità del Brenta: i camping Miramare, Atlanta, Internazionale, Paradiso, TreDue, i bagni Corallo e Punta Canna, il residence Nuova Marina. «Non si tratta di calcolare i nostri danni - commenta Gianni Boscolo Moretto, titolare del camping Miramare - qui si tratta di un disastro ambientale. L'acqua ha distrutto le dune che sono un patrimonio di tutti, è arrivata ai cancelli e la prossima volta? Non c'è più nulla a fermarla. Le onde di giovedì notte erano onde oceaniche». La spiegazione secondo gli operatori starebbe nel cambiamento delle correnti dovuto alla creazione della diga fissa del Brenta. «Prima - spiega Moretto - esistevano almeno 3 scanni che rompevano la forza delle onde facendole smorzare prima della riva. Prima con le palancole mobili e ora con la diga fissa il giro della corrente è cambiato e l'acqua arriva sulla spiaggia senza trovare alcuna barriera. Dieci anni fa avevamo 60 metri di spiaggia, oggi non abbiamo nemmeno una striscia per piantare un ombrellone. Ci sentiamo in pericolo, se dovessimo avere una marea di 1.60 metri come nel '66 che fine faremo?». Gli operatori, in modo singolo ma anche attraverso le sigle di categoria, Ascot e Gebis che già si sono mosse con lettere, chiedono l'intervento immediato del Magistrato alle acque e della Regione. Si chiedono interventi definitivi, non semplici ripascimenti destinati a vanificarsi con la prima mareggiata importante. Ieri il consigliere regionale del Pd Lucio Tiozzo ha chiesto la convocazione urgente della VII commissione (ambiente) per sollecitare lo stanziamento di fondi per il ripascimento nel bilancio regionale. Con l'abbassamento della marea ieri il livello di Brenta e Bacchiglione è tornato alla normalità. Nella mattinata gli uomini della Protezione civile hanno provveduto alla sistemazione delle voragini apertesi sulle strade per il ghiaccio dei giorni scorsi.
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