«Sognare l’impossibile e raggiungere l’impensabile»

VENEZIA. L’aula magna della Scuola Navale Militare “Francesco Morosini” è gremita quando mancano pochi istanti al giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana e alle sue istituzioni da parte dei 59 allievi del corso Aithér, momento che sancisce ufficialmente l’ingresso delle ragazze e dei ragazzi nella Forza Armata.
Appena prima, attraversando il viale d’ingresso abbracciato da siepi e alberi già rigogliosi e dunque percorrendo il corridoio sul quale affacciano le aule di Liceo Classico e Liceo Scientifico, c’era già stato modo di rendersi conto che in quel mondo così particolare stava per accadere qualcosa di importante, qualcosa che si voleva fosse mostrato e raccontato alla città. Ad avvisare il folto pubblico che la cerimonia sta per avere inizio ci pensa punto la fanfara dell’Accademia Militare di Livorno. «Vi parlerò con la schiettezza appresa in questo luogo e con la franchezza del marinaio» ha esordito il presidente dell’Associazione Nazionale della Morosini Francesco Businaro, «Siete entrati in quest’aula da ragazzi e ne uscirete da giovani uomini, dopo aver promesso sul vostro onore di essere non solo dei bravi soldati ma anche dei cittadini probi, votati ad altruismo, lealtà, onestà e coraggio». Intorno agli allievi dei tre anni, e a quelli del primo in procinto di pronunciare il giuramento, l’atmosfera è di contenuta palpitazione, ritti nelle loro fila al centro di un salone impreziosito per l’occasione anche dei vessilli dei corsi passati, del Gonfalone di Venezia e del medagliere della Marina. Dopo il saluto e l’augurio dell’ammiraglio di divisione Alberto Bianchi, comandante delle scuole della Marina, prende la parola il capitano di Vascello Massimo Fabbri, comandante dell’istituto. «Sognare l’impossibile, raggiungere l’impensabile»: questo è il motto che voi del corso Aithér avete scelto. Una buona decisione, perché dovrete mantenere il vostro sguardo curioso e il vostro spirito critico – e poi, appena prima di declamare il voto cui i 59 allievi aderiranno – Diritto, democrazia e libertà. Questi i valori che affermerete di abbracciare, fatto ancora più rilevante in questo frangente storico in cui tanta breccia aprono malsani egoismi». Ed ecco infine, tra la stima di ufficiali ed ex allievi e la commozione dei familiari, che l’urlo “Lo giuro!” s’alza stentoreo dalle 59 bocche, seguito da un triplice “Urrà!” per l’Italia che s’intreccia nell’aria alle note dell’inno di Mameli che la fanfara ha appena intonato.
Marco Flavio Lapiccirella
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