Silvano Maritan lascia il carcere per i funerali del fratello Lino

Il boss ha avuto un permesso ed è stato accompagnato in chiesa dagli agenti Il sacerdote nell’omelia: «Chi è senza peccato scagli la prima pietra» 
DE POLO - TOMMASELLA - SAN DONA' - FUNERALE DI GIULIA BINCOLETTO NELLA CHIESA DELLA FRAZIONE DI CHIESANUOVA
DE POLO - TOMMASELLA - SAN DONA' - FUNERALE DI GIULIA BINCOLETTO NELLA CHIESA DELLA FRAZIONE DI CHIESANUOVA

SAN DONà

Non poteva mancare all’ultimo saluto a suo fratello maggiore, così Silvano Maritan ieri ha avuto un permesso per uscire dal carcere di Vicenza e raggiungere la sua famiglia e comunità che si è stretta attorno al feretro del fratello 80enne Lino. Dal carcere di Vicenza, dove sta scontando la pena di 14 anni di reclusione per l’omicidio di Alessandro Lovisetto, il capo della mala del Veneto orientale è arrivato con la scorta della polizia penitenziaria, riportato in carcere subito alla fine del rito funebre.

Al suo arrivo, tanti amici e conoscenti che lo hanno salutato con rispetto e si sono uniti al lutto della famiglia. Ieri mattina, nella chiesa parrocchiale della frazione di Chiesanuova, dove la famiglia è originaria, sono state celebrate le esequie di Lino Maritan.

È stato un momento di forte emozione per chi ha partecipato ai funerali. Il debole cuore di Lino ha ceduto gettando nello sconforto la moglie e i due figli a lui tanto legati, poi i nipoti.

Era in regime di detenzione domiciliare per un residuo di pena da scontare in quanto coinvolto in un’operazione antidroga del 2013. Lino era il fratello maggiore di Silvano, più defilato e riservato, un uomo molto conosciuto nella frazione per il suo carattere gioviale, la generosità e disponibilità verso gli amici più vicini chi gli chiedesse aiuto.

I suoi trascorsi con la giustizia li aveva pagati a caro prezzo, come del resto gli altri uomini della famiglia che hanno vissuto una vita oltremodo travagliata tra processi e carcere.

Ma Lino, come il fratello e il figlio, hanno pagato anche i loro conti cercando di guardare avanti. E ieri il parroco nella sua omelia non ha esitato a ricordare il passo delle sacre scritture, dal Vangelo secondo Giovanni, che più si attagliasse a questa vicenda di vita vissuta: «Chi è senza peccato scagli la prima pietra», ha detto il sacerdote. Alle esequie, proseguite con la cremazione e il successivo ritorno nella frazione di San Donà, tanti amici di vecchia data della famiglia che non hanno esitato a partecipare all’ultimo saluto a Lino per essere vicini ai familiari.

Lino era sempre considerato con estremo rispetto, lo stesso riservato al fratello Silvano che gli era davvero molto legato. —

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