Sessantamila veneziani nei musei civici: «Il benessere passa attraverso la cultura»

Fondamenta vuole misurare l’impatto sociale sulla popolazione degli investimenti nel sapere e conoscenza

Alberto Vitucci
Studenti in gita a Venezia
Studenti in gita a Venezia

C’è il benessere culturale delle persone, l’istruzione di qualità. Ma anche la lotta ai cambiamenti climatici e la manutenzione degli edifici storici, la promozione per la storia e i mestieri tipici della città e la valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale di Venezia. E’ questo il primo “Rapporto di sostenibilità” della Fondazione Musei civici.

Un “bilancio” che per la prima volta non si occupa soltanto di cifre e di conti economici. Ma traccia una linea per il futuro. Si chiama Fondamenta, proprio come le fondamenta dei palazzi e delle case. E le strade che solo a Venezia esistono affacciate sull’acqua. E’ stato presentato ieri mattina al museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue.

«Abbiamo cercato di raccontare» dice la presidente della Fondazione Mariacristina Gribaudi, «l’impatto delle nostre attività culturali sul territorio e sui cittadini. Di render conto del nostro impegno nella costruzione di un modello di sviluppo sostenibile. Non soltanto dal punto di vista ambientale, ma anche culturale, etico, sociale».

Un volumetto di 80 pagine ricco di studi e grafici frutto del lavoro di un anno di un gruppo di ricercatori interni alla Fondazione e di giovani direttori di settore, coordinati da Luca Mizzan, direttore del Museo di Storia Naturale e Pietroluigi Genovesi, con il contributo di due ricercatrici, Paola Dubini docente alla Bocconi e Diana Martello della scuola Altistudi di Lucca. Un team che ha raccolto le attività svolte e in programma, nell’ambito del percorso dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Sono quattro i primi obiettivi indicati nello studio. L’istruzione di qualità, prima di tutto: «I nostri musei sono luogo di apprendimento permanente», dicono i ricercatori. Negli ultimi dieci anni sono stati 200 mila gli studenti delle scuole che hanno visitato un museo a Venezia e Mestre. Secondo punto, la città e le “comunità sostenibili”.

Non ci sono soltanto i turisti che visitano i musei, ma anche i residenti, che sfiorano le 60 mila presenze. E, dato curioso, preferiscono musei “altri” rispetto a quelli dei turisti. Ca’ Pesaro e il Museo di Storia Naturale, su tutti, seguiti da palazzo Mocenigo e Casa Goldoni, poi Ca’ Rezzonico e il museo Fortuny. I visitatori non veneziani invece vanno tutti a palazzo Ducale, con un milione 333 mila presenze nell’anno 2024, in continuo aumento, poi al museo Correr (367 mila) museo del Vetro (161 mila), Ca’ Rezzonico e Ca’ Pesaro. Senza dimenticare che a livello nazionale i musei civici veneziani sono al primo posto come presenze, con oltre due milioni di visitatori, contro il milione e mezzo di Roma. Autonomi anche dal punto di vista economico. Musei “civici” perché sono diffusi nella città e partecipati dai cittadini. Distribuiti nel territorio con uno sviluppo sempre maggiore in terraferma.

Dunque, la lotta ai cambiamenti climatici. Il Museo di Storia naturale con i suoi biologi studia e osserva le comunità biologiche, monitorando i cambiamenti attraverso la presenza di uccelli e pesci diversi in laguna. Dieci anni fa è stato istituito il centro per il soccorso alle tartarughe marine, le famose Caretta caretta, grazie al progetto europeo Netcet.

Altra caratteristica dell’attività della rete museale, ha spiegato la presidente Gribaudi, il network delle relazioni che ogni museo attiva in modo autonomo. Così gli artigiani del Vetro a Murano, le merlettaie di Burano, i profumi a palazzo Mocenigo.

«Un sistema complesso che racconta la storia di Venezia» dice Genovesi. E poi i restauri. Le sedi museali veneziani occupano più di 40 mila metri quadrati di spazi. Spesso strutture storiche e di pregio, che hanno bisogno di cure e manutenzione. «Anche qui» dice Mizzan, «sono evidenti le conseguenze dell’aumento del livello del mare. Anche con il Mose chiuso l’acqua è alta, e la risalita salina provoca danni alle murature». Un grande obiettivo di sostenibilità che attraverso la cultura e la gestione di musei può contribuire alla salvaguardia anche sociale di Venezia. Applausi alla fine per le relazioni di Fondamenta, in una sala gremita. In prima fila la direttrice scientifica Chiara Squarcina e il direttore amministrativo Mattia Agnetti. —

 

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