Sequestrati tredici quadri di Ciardi

Il sospetto è che siano falsi: appartangono a Cariplo e VenetoBanca. Sono stati esposti anche al Quirinale e al museo Correr
Il dipinto di Guglielmo Guardi «Gondola in laguna»
Il dipinto di Guglielmo Guardi «Gondola in laguna»
VENEZIA. Ancora in azione i carabinieri del Nucleo per la tutela del patrimonio artistico di Venezia: questa volta nel mirino degli investigatori sono finiti tredici quadri del pittore ottocentesco veneziano Guglielmo Ciardi che potrebbero essere falsi. I quadri sono stati sequestrati e verranno sottoposti all'esame di un esperto d'arte nominato dal procuratore aggiunto lagunare Carlo Mastelloni. Tre delle tredici opere sequestrate sono state esposte prima alle Scuderie del Quirinale, a Roma, poi al Museo Correr, nell'ambito della mostra sull'altro pittore veneziano contemporaneo di Ciardi «Giacomo Favretto (1849-1887) - Venezia fascino e seduzione».


A segnalare ai carabinieri la possibilità che almeno tre dei cinque quadri esposti al Quirinale e nel prestigioso museo civico veneziano fossero falsi sarebbe stato uno storico dell'arte della Soprintendenza venziana ai beni archiettonici e paesaggistici. Immediatamente dopo, sarebbero scattati alcuni accertamenti avviati per appurare se i sospetti dell'esperto veneziano fossero fondati. L'ultima parola, comunque, spetta ora al consulente nominato dalla Procura della Repubblica. Nell'ambito della mostra di Favretto erano stati ben cinque i dipinti di Ciardi esposti. Erano «Veduta del canale di Mazzorbo», «Gondola in laguna», «Canale della Giudecca», «Sant'Erasmo» e «Vele al Sole». Tre dei cinque, tra cui i primi due, sarebbero finiti sotto la lente d'ingrandimento del Nucleo per la tutela del patrimonio artistico.


Quelli sospettati di essere falsi sono di proprietà di due banche: «Veneto Banca Holding» di Montebelluna e «Cariplo» di Milano, mentre gli altri appartengono a collezionisti privati. Tra l'altro proprio «Veneto banca» era stata protagonista di un'altra disavventura artistica. Sempre i carabinieri veneziani, infatti, avevano sequestrato nella sua sede un altro quadro, «San Lazzaro dei Mendicanti» di Francesco Guardi, regolarmente acquistato dall'istituto di credito trevigiano per 575 mila euro ma risultato rubato nel palazzo sul Canal grande della famiglia di industriali milanesi Borletti venti anni prima.


I quadri di Ciardi hanno un valore sicuramente inferiore ai 575 mila euro spesi per il Guardi, ma si parla comunque di migliaia di euro: possono arrivare anche ad una quotazione di centomila euro. Guglielmo Ciardi è nato a Venezia nel 1842 e ha studiato e poi insegnato all'Accademia lagunare di belle arti. Ha compiuto viaggi d'istruzione a Firenze e a Napoli dove è entrato in contatto con i macchiaioli e gli artisti della scuola di Posillipo. I soggetti de suoi dipinti sono spesso stati quelli della laguna veneta e della campagna trevigiana prima e poi delle montagne delle Dolomiti, dove trascorreva le ferie estive. Anche due dei suoi figli, Emma e Beppe, hanno seguito le ome del padre diventando pittori.

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