Sequestrate case e conti correnti di Paolo Bellamio

Gli hanno sequestrato l’ufficio, i conti correnti in venti banche di mezzo Veneto, le tre auto, la casa, tre appartamenti, più quote di altri due, ma non hanno tralasciato nemmeno le suppellettili di valore e quanto di prezioso hanno trovato. Anche se, in parte, intestato alla moglie. I finanzieri di Catanzaro non finivano più di sequestrare beni e valori a casa del noto commercialista mestrino Paolo Bellamio, finito nei guai assieme all’industriale Stefano Gavioli, per gli investimenti di quest’ultimo nel settore dei rifiuti in Calabria e in Campania. I militari del Nucleo Provinciale di Polizia Tributaria di Catanzaro potevano sequestrare, in base all’ordinanza del gip del capoluogo calabrese, beni per un valore di 24,5 milioni di euro. Ne hanno trovati per circa 3,5. Sequestro preventivo che non impedisce al commercialista di utilizzare ufficio e abitazione. Sono iniziati gli accertamenti per verificare i conti correnti riconducibili a Bellamio. Infatti, non è da escludere che alcuni possano non essere suoi, ma ai quali ha accesso in quanto ha le deleghe per conto dei titolari che sono suoi clienti. Comunque, già nei mesi scorsi, quando Bellamio finì nell’inchiesta, la Guardia di Finanza gli sequestrò altri beni.
Secondo l’accusa nell’associazione criminale che vedeva alla testa Stefano Gavioli il commercialista non aveva solo un ruolo di consulente, ma era parte integrante della stessa. Ieri, oltre ai beni sequestrati al professionista mestrino, i finanzieri hanno compiuto sequestri anche nei confronti dell’avvocato cosentino Angelo Attanasio, pure lui ritenuto complice di Gavioli.
Stefano Gavioli è ancora in carcere a Catanzaro per associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale e per reati ambientali. La settimana scorsa ha chiesto di essere interrogato dal pubblico ministero Carlo Villani, il magistrato che conduce le indagini. Il rappresentante della Procura ha comunicato nei giorni scorsi la fine delle indagini e il deposito degli atti, ma soltanto per i reati ambientali. Proseguono gli accertamenti per l'evasione fiscale in concorso con i suoi avvocati, il mestrino Giancarlo Tonetto e il pugliese Giovanni Faggiano, e i suoi commercialisti, i veneziani Enrico Prandin e Paolo Bellamio oltre all’avvocato Angelo Attanasio. In occasione della chiusura delle indagini, quindi, Gavioli vuole dire la sua per quanto riguarda la gestione della discarica di Catanzaro, dove prima con Enerambiente poi con Enertech gestiva l'appalto comunale per la raccolta e il riciclaggio dei rifiuti urbani. L'altro fronte giudiziario aperto per Gavioli, oltre a Catanzaro, è a Napoli, e non solo per la procedura fallimentare avviata nei confronti di Enerambiente, ma anche per l'indagine penale avviata dalla Procura, visto che Enerambiente gestiva anche nel capoluogo partenopeo la raccolta e il riciclo dei rifiuti urbani.
L'avvocato Murgia ritiene che la competenza territoriale sulla società di Gavioli sia del Tribunale di Venezia, visto che aveva la sede legale a Malcontenta. Lo stesso, del resto, pensano i giudici veneziani, che hanno sollevato il conflitto di competenza con i colleghi napoletani davanti alla Corte di Cassazione, dopo che avevano concesso il concordato preventivo a Enerambiente.
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