Schiacciata dal letto, oggi la verità nascosta
Oggi i risultati dell’autopsia sveleranno le cause della morte di Roberta Romano, l’agente penitenziaria di 56 anni morta domenica in un singolare incidente dalla dinamica ancora poco chiara.
Stando alla comunicazione ufficiale dei carabinieri la donna, minuta e mingherlina, sarebbe rimasta incastrata in un letto contenitore che l’avrebbe soffocata. La signora sarebbe stata trovata dalla figlia, M.P. di 20 anni, domenica sulle 22, al suo rientro poco prima del coprifuoco.
Tuttavia rimangono ancora molte domande irrisolte: Il corpo, trovato dalla figlia, era nel letto o sul pavimento come ha detto il Suem? Come ha fatto la signora a morire soffocata? Era in salute o ha avuto un malore?
La notizia dell’incidente, diventata pubblica lunedì mattina, ha sconvolto la famiglia della vittima e ha lasciato a bocca aperta il quartiere di Santa Marta. Madre e figlia abitavano in calle dei Secchi 2431 in un appartamento dell’Ater, al terzo piano di un palazzo decadente.
La particolarità della vicenda ha incrinato l’apparente normalità di un condominio dove vivono studenti e residenti. Da troppo tempo il vicinato era spettatore impotente dei continui litigi che avvenivano in quella casa.
A oggi non c’è nessuna correlazione tra la morte della donna e il rapporto travagliato tra madre e figlia, ma il via vai dei carabinieri la notte dell’incidente e i sigilli alla porta dell’appartamento posti per accertare nei dettagli la dinamica, hanno rotto nel quartiere un silenzio che da troppo tempo era sul punto di esplodere.
Di sicuro Romano aveva avuto una vita molto difficile, ma l’affetto delle sue cinque sorelle e del suo unico fratello non le era mai mancato. Nata a Lecce e trasferitasi poi a Roma, la donna aveva conosciuto il padre di sua figlia nella capitale. L’uomo, anche lui lavoratore nel settore penitenziario, non era stato una presenza costante e tra l’altro è morto pochi anni fa, lasciandola di fatto sola con una ragazza da crescere. Per questo da Roma si era trasferita a Venezia dove vivono due sorelle, Elena e Cosima.
A Santa Marta era arrivata qualche anno fa. Era molto riservata, ma famiglia e colleghi la ricordano come una persona «amorevole». Negli anni però Romano si era spenta, complice anche un rapporto difficile con la figlia che si manifestava in continue urla che spesso uscivano dalle mura di casa raggiungendo l’intero vicinato.
In questi giorni la morte di Romano ha scosso chi la conosceva che ha descritto la donna come una persona sempre più fragile, segnata da una sofferenza che il suo corpo non riusciva più a mascherare. Domenica, quando i carabinieri sono arrivati, alcuni vicini hanno pensato che fosse l’ennesima lite. Non era infatti la prima volta che le forze dell’ordine arrivavano a placare la violenta bufera che si scatenava in casa. Questo passato tumultuoso, a oggi, non sembra essere correlato all’incidente.
La ragazza, cresciuta senza un padre, ora non ha più nessuno, se non le zie e gli amici che cercano di darle conforto in questi giorni che sembrano non finire mai. La tragedia di domenica troverà finalmente risposta oggi, quando il medico comunicherà i risultati dell’autopsia ponendo fine al singolare decesso di Santa Marta. —
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