San Benedetto, risarcimento negato al direttore
SCORZÈ
È stata respinta, il 15 novembre scorso, la richiesta di risarcimento per danni morali avanzata dal direttore delle risorse umane della San Benedetto nei confronti della Cisl: il tribunale di Treviso, in primo grado, ha dato ragione al sindacato.
La somma chiesta da Luca Pisano, già dirigente della Save, era di 100 mila euro. Il destinatario della causa intentata dal direttore risorse umane dell’azienda delle acque minerali con sede a Scorzè, è l’allora segretario provinciale della Fai Cisl di Venezia, Pietro Scomparin, attuale segretario regionale del Sicet.
La decisione di adire le vie legali scaturisce da alcune dichiarazioni pubbliche rilasciate dal sindacalista nel maggio del 2016 a seguito delle elezioni per il rinnovo delle Rsu nello stabilimento veneziano. Ad innescare la vera querelle tra Pisano e la Cisl è però un episodio che risale ad oltre sei mesi prima.
Si tratta di un fatto grave: una presunta aggressione da parte di Luca Pisano nei confronti dell’rsu Romano Cagnin. Il giudice Clarice Di Tullio, nella sentenza di primo grado, ricostruisce la vicenda passo passo: «In data 20 novembre 2015» recita il dispositivo «si era svolto un incontro all’interno dello stabilimento produttivo della società Acqua Minerale San Benedetto. All’esito di tale incontro, Cagnin aveva lamentato di essere stato aggredito dal Pisano, il quale aveva negato ogni addebito».
Passano due settimane e la questione diventa di dominio pubblico, attraverso un comunicato sindacale, articoli di stampa e post su facebook: «Il direttore delle risorse umane ha aggredito non solo verbalmente un nostro rappresentante» accusa la Cisl. L’azienda cerca di stemperare i toni, ma Pisano non ci sta e in risposta a queste “denunce” concretizza l’ipotesi di citare in giudizio i rappresentanti sindacali della Cisl, paventando una causa da un milione di euro.
Tre mesi dopo è pace fatta: il 18 febbraio 2016, il sindacato Fai Cisl, sottoscrive con il direttore risorse umane, una transazione nella quale riconosce «la non veridicità delle notizie diffuse in relazione all’episodio» ed esprime rammarico per il danno all’immagine subito dal diretto interessato. Questo è solo l’antefatto, perché la vendetta, se di vendetta si tratta, è un piatto che va servito freddo. Passano meno di tre mesi e Scomparin commentando il successo della Cisl alle elezioni delle Rsu, rimette il dito nella piaga: «È stata la migliore risposta che potevamo dare all’azienda» sono i virgolettati attribuiti a Scomparin sulla stampa ai primi di maggio 2016 «dopo i fatti degli scorsi mesi con l’aggressione di un nostro delegato da parte del capo del personale».
Stavolta non ci sono mediazioni: Pisano passa dalle parole ai fatti e cita in giudizio la controparte. Ora la sentenza dà ragione a Scomparin. «La sentenza ha aspetti molto discutibili» commenta l’avvocato Francesco Iaderosa, legale di Pisano «penso ci sia spazio per proporre un appello, valuterò con il mio cliente». La San Benedetto, contattata a riguardo, non ha voluto commentare. —
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