Ricostruire il Bucintoro diventa realtà

Ieri mattina sotto la Tesa delle Galeazze l’atmosfera è piena di eccitazione come accade quando un sogno, ormai considerato irrealizzabile, torna a rivivere in chi continua comunque a sperare in un miracolo e finalmente lo tocca con mano. La bella notizia dei 600 tronchi in arrivo dalla Francia per ricostruire il «Bucintoro del Terzo Millennio», si aggiunge a un altro cadeau di buon auspicio: la donazione di una cifra consistente per avviare i lavori promessa dall’imprenditore Alberto Peruzzo, a capo della Proinvest Holdin Spa e appassionato di arte, di mare e di Venezia. «Ho conosciuto questa città per amore – ha raccontato ieri il padovano Peruzzo, guardando il manifesto del Bucintoro appeso a una parete della Tesa – e poi ho iniziato a viverla, fondando Arzanà Navi a Marghera. Ho deciso di fare questo investimento per una città che dovrebbe tornare simbolo del mare».
Il primo a esprimere entusiasmo è Giorgio Paternò, presidente della Fondazione Bucintoro, che da anni si batte per ricostruire uno dei simboli della Serenissima: «Per la Marina – ha detto Paternò – potrebbe essere l’occasione di darci la vera casa del Bucintoro che si trova nella Tesa qui a fianco, ma è inutilizzata. Per la città invece questo posto potrebbe diventare la cittadella dell’artigianato veneziano». Qui tutto è pronto. Sotto le mura secolari di questa Tesa si trova infatti il cuore del Bucintoro, costruito dai Fratelli De Poli nel cantiere navale di Pellestrina sotto la guida del progettista Scarpa Dini. È solo l’ossatura, quel che basta a confermare la volontà di portare avanti il progetto. «In quattro anni con 60 lavoratori fissi – prosegue Paternò – potremmo farcela. La nostra stima era di 15 milioni, ma se togliamo il legno e il trasporto che ora è gratuito ce la possiamo fare».
Grandi speranze anche dal regista Patrick Brunie che, con il produttore Alain Depardieu (fratello dell’attore), ha in serbo progetti cinematografici speciali. «Per noi – ha detto ieri anche a nome del produttore non presente – si tratta di trasmettere ai giovani la conoscenza della storia, valorizzandola in ogni aspetto. Saranno chiamati molti registi, anche Tarantino, per dare voce al Bucintoro».
Stessa fibrillazione per l’Unesco che, nella persona dell’antropologa Valentina Zingari, vuole mettere in pratica la «Convenzione del 2003 per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale»: «In Francia esiste una solida rete di artigiani – ha spiegato la Zingari – che vorrebbe incontrare gli artigiani italiani per creare una rete di scambi culturali». Insomma, in poco tempo il Bucintoro potrebbe sfilare a Venezia sfoggiando lo stesso aspetto che aveva prima che Napoleone in segno di sfregio lo bruciasse in Bacino San Marco, nel lontano 1798.
La prima chiatta di tronchi, arriverà il weekend della Festa della Sensa, previsto il 31 maggio e il 1 giugno, a cui si aggiungono le celebrazioni per la Festa della Repubblica del 2. «Sarebbe bello invitare il Presidente Napolitano» dicono i francesi, ma prima in programma ci sarebbe un incontro con il sindaco Giorgio Orsoni a Bordeaux entro il 10 febbraio per sigillare l’accordo e, successivamente, l’arrivo di una delegazione francese per la Festa della Sensa.
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