Riconoscimento della paternità denuncia per falso di D’Orazio

Il batterista dei Pooh, Stefano D’Orazio, non ha mai smentito o ammesso di essere il padre della 31enne Francesca Michelon, però fino ad ora non ha voluto sottoporsi al test del Dna chiesto dal Tribunale di Marsala (lui è residente nell’isola di Pantelleria) sulla base della causa per il riconoscimento di paternità e della richiesta di un risarcimento di 500 mila euro avanzato dalla giovane donna. In compenso, però, il musicista del complesso pop più longevo d’Italia ha presentato una denuncia penale contro la giovane, contro sua madre e soprattutto il marito di lei per false dichiarazioni. Il pubblico ministero di Venezia Elisabetta Spigarelli ha chiesto il loro rinvio a giudizio e il giudice Roberta Marchiori deciderà il 19 aprile, dopo aver ascoltato gli avvocati degli uni e dell’altro nell’udienza di due giorni fa, se mandare i tre davanti al Tribunale per il processo se archiviare la pesante accusa.
Stando alle accuse, il falso lo avrebbero commesso nell’ambito della causa che Diego Michelon, il marito della madre di Francesca e colui che per anni la ragazza ha creduto essere suo padre, ha avviato presso il Tribunale di Venezia, dove lui risiede. I giudici veneziani, sulla base del test del Dna fatto alla giovane e allo stesso Diego Michelon, nel 2013 hanno sancito con una sentenza di disconoscimento di paternità che Francesca non è figlia di Diego. Una circostanza che alla ragazza era stata rivelata una decina di anni prima da sua madre, Oriana Bolletta. La donna le aveva riferito che non era figlia di colui che lei aveva sempre ritenuto il padre, bensì di Stefano D’Orazio. Le aveva raccontato che lei e il padre, che allora lavorava con i Pooh come tecnico del suono, si erano separati per circa un anno in seguito ad una crisi sentimentale e lei, in quei mesi, aveva avuto una relazione con il componente del gruppo musicale (con il batterista, a farne parte c’erano Roby Facchinetti, Dodi Battaglia e Red Canzian). D’Orazio, informato che era rimasta in cinta, aveva troncato quel rapporto. Poi, Oriana si era riappacificata con il marito e i due erano tornati assieme ma alla figlia non avevano mai raccontato quello che era accaduto, se non dopo che lei aveva compiuto 20 anni.
La legge permette a chi intende avviare la causa di disconoscimento di paternità di poterlo fare entro un anno dal momento in cui viene a conoscenza di non essere il padre del figlio o della figlia. Diego Michelon ha sostenuto davanti ai giudici veneziani della causa che aveva avviato di aver saputo che Francesca non era sangue del suo sangue pochi mesi prima, una circostanza che sia la moglie sia la ragazza avrebbero confermato. Il batterista dei Pooh, invece, almeno stando alla rappresentante della Procura lagunare, avrebbe consegnato le prove che dimostrano il contrario, cioè che Michelon sapeva da anni di non essere il padre di Francesca. Una denuncia che, se si concludesse con un rinvio a giudizio della madre, della figlia e del marito della prima, potrebbe influire o comunque essere utilizzata nella causa civile davanti al Tribunale di Marsala, non tanto per bloccare l’iter dell’azione di riconoscimento di paternità intentato dalla giovane donna nei confronti di Stefano D’Orazio, ma più probabilmente per arginare e porre un limite alla richiesta di risarcimento piuttosto consistente.
Una vicenda che cade proprio nell’anno in cui la band celebra non solo la reunion con Riccardo Fogli, uscito dal gruppo musicale più di quaranta anni fa e ora rientrato, ma i cinquanta anni di attività con una serie di concerti previsti nella prossima estate in giro per l’Italia.
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