Richiesta danni contro Vincenzo D’Agostino

DOLO. Si è tenuta ieri davanti al giudice del Tribunale di Venezia, Enrico Ciampaglia, la prima udienza del processo per diffamazione aggravata a carico dell’ex consigliere comunale di Dolo Vincenzo D’Agostino, chiamato in causa dal comandante dei vigili urbani dell’unione comunale Angelo Baratto, difeso dall’avvocato Stefano Marrone.
Il giudice ha ammesso la costituzione delle parti civili. Nel processo sono state anche avanzate le richieste di risarcimento sia da parte del comandante dei vigili, presente in aula, che da parte dell’unione dei comuni. Sono state chieste così rispettivamente 25 mila e 20 mila euro di danni.
La vicenda era iniziata quando il comandante Baratto aveva denunciato D’Agostino dopo che questi lo aveva attaccato su Facebook e sul suo blog con pesanti considerazioni sulla sua attività professionale. D’Agostino aveva alluso a un comportamento di favore da parte del comandante nei confronti del padre del sindaco di Dolo, Alberto Polo. Accuse, secondo Baratto, che erano del tutto infondate. La Procura nella sua richiesta di rinvio a giudizio aveva chiesto che Vincenzo D’Agostino rispondesse del delitto di diffamazione aggravata perché: «comunicando con più persone, attraverso il social network Facebook, offendeva la reputazione di Alberto Baratto comandante della polizia municipale dell’Unione dei Comuni della Città della Riviera del Brenta, accusandolo di omissioni, controlli in materia di illeciti edilizi e di essere ossequioso ed inerte nei confronti del presidente dell’Avis, padre del sindaco di Dolo». L’aggravante secondo la Procura consisterebbe nell’aver attribuito alla persona offesa un fatto determinato, e di aver commesso il fatto con un “mezzo di pubblicità. Vincenzo D’Agostino è difeso dagli avvocati Leonardo Curatolo e Cinzia De Grandis. (a. ab.)
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