Ricattano avvocatessa, condannati

Coppia di austriaci aveva tentato un’estorsione ai danni della professionista chiedendo mezzo milione di euro

Pretendevano 500.000 euro per tacere su presunti affari poco limpidi. La vittima è la veneziana Paola Nardini, 51 anni, avvocata civilista, nonché console onoraria di Germania. Gli estorsori, due cittadini austriaci, sono stati denunciati dalla ricattata e già condannati dal Tribunale di Klagenfurt. Si tratta di Willibald Kattnig e della moglie Birgit, di una ventina d’anni più giovani. L’uomo è stato condannato a 24 mesi di reclusione, di cui senza i benefici della condizionale, per tentata estorsione; la donna, a 18 mesi di reclusione per concorso nello stesso reato (per lei la pena è stata interamente sospesa).

I Kattnig, di origine stiriana, ma residenti in Carinzia, avevano conosciuto l’avvocato Nardini parecchi anni fa. I due gestivano un allevamento di cavalli alla periferia di Villach e la professionista si era rivolta più volte per acquistarli. Così, fino a due anni fa, quando la Nardini aveva proposto ai due di austriaci di lasciare l’azienda in Carinzia e trasferirsi nella sua tenuta in Veneto. Willibald Kattnig si sarebbe occupato della gestione dell’allevamento, la moglie Birgit delle pratiche d’ufficio.

Tutto era filato liscio per un anno, finché il rapporto si interruppe. «Improvvisamente venni cacciato via», ha riferito il Kattnig in tribunale. I coniugi furono costretti a far ritorno in Carinzia, senza mezzi, trovando alloggio in un appartamento in affitto. E, siccome le disgrazie non vengono mai da sole, anche il loro matrimonio entrò in crisi, tanto da arrivare quasi al divorzio. «Mio marito era molto risentito, perché eravamo stati trattati così ingiustamente», ha spiegato la donna al giudice.

Fu in quelle circostanze che gli venne l’idea di spedire alla Nardini una lettera di minaccia. Avrebbe informato la giustizia – aveva scritto – sui pagamenti in nero effettuati su un conto bancario. Per ragioni che sfuggono, curiosamente il Kattnig fece scrivere la lettera alla moglie. «Me l’ha dettata lui – ha testimoniato la donna – Io non ne sapevo nulla». Una spiegazione che non sembra aver convinto nessuno, nemmeno il giudice Manfred Herrnhofer, che presiedeva la seduta, e gli altri due magistrati membri del collegio giudicante. Dopo l’invio della lettera, la Nardini ebbe un incontro con il Kattnig: «Mi disse che con 500.000 euro potevo risolvere i suoi problemi, altrimenti mi avrebbe trascinato nel baratro». Parole di cui il Kattnig ha dato in tribunale una interpretazione meno minacciosa: «Volevo metterle paura, non abbiamo mai parlato di denaro». Ma la Nardini non parve affatto intimorita e andò subito a denunciare la coppia alla polizia. Meno di un anno dopo, la condanna del Tribunale.

Marco Di Blas

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