Referendum sull’accordo il 28 e 29 ottobre

«Questo è un accordo importante, ci siamo presi la responsabilità di fare un percorso con l’azienda per arrivare alla gara del 2019 con una azienda che si deve ora sforzare a prepararsi alle gare con un management capace di fare investimenti e acquisire nuove fette di mercato». Valter Novembrini per la Filt Cgil, assieme a Marino De Terlitti della Fit Cisl, Francesco Sambo della Uilt e Alfredo Pipino della Ugl Trasporti, ieri a Mestre hanno fatto sentire la voce delle organizzazioni sindacali che hanno firmato l’accordo che ora andrà al voto dei 2.800 lavoratori Actv (3.200 se si conta l’intero gruppo controllato dalla Avm) e che garantisce risparmi per 14 milioni di euro sul costo del personale ma «con zero licenziamenti e con il mantenimento dei livelli salariali». Le 330 risorse in esubero non produrranno licenziamenti bensì pensionamenti e spostamenti di incarico, salvaguardando i salari. Sarà il voto del referendum tra i dipendenti, in programma il 28 e 29 ottobre, dopo le assemblee che inizieranno dal 22 ottobre, a sancire il via libera o meno all’accordo. «Andremo a spiegare l’importanza di un accordo che allontana anche il rischio di una vendita a Bus Italia e che è equamente ripartito tra lavoratori, azienda e Comune. Un sacrificio oltre il quale non si può andare, lo diciamo chiaro e ci opporremo anche alle critiche populiste», dicono i sindacalisti di Actv. Novembrini si rivolge poi alla Regione: «Lo diciamo chiaro anche alla Regione Veneto. È tempo che anche lei faccia la sua parte dopo aver attuato un taglio improponibile a danno della città di Venezia. Devono garantire l’equità del riparto e pari dignità». Cgil, Cisl e Uil, l’Ugl e la Faisa Cisal sono pronti al confronto con l’Usb, che l’accordo non lo ha firmato, e avanzano le loro proposte operative per il rilancio dell’azienda.
«Vigileremo, se passerà questo accordo, affinché l’azienda lavori per vincere la gara del 2019 e sviluppi capacità e investimenti. Se non passa l’accordo il rischio sono i tagli di personale, dalle 100 alle 200 persone», dicono i sindacati. E allora occorre pensare subito ad intercettare i turisti in arrivo per l’Expo del 2015 investendo in tecnologia e servizi per migliorare il sistema delle biglietterie. Come?Combattendo l’evasione e consentendo ai turisti di arrivare a Venezia, in aereo, acquistando da casa i ticket. E agire sulla diversificazione dei flussi. «Ben pochi sanno come sono cambiati negli ultimi dieci anni i flussi. Oggi è possibile pensare di utilizzare a San Basilio, anche prima della realizzazione del terminal del tram, le partenze di motonavi che portino i turisti a Zattere, San Zaccaria e Lido con una capacità di trasporto ben superiore ai vaporetti». Un tram trasporta 800 persone, una motonave 1.200. «Diversificare i flussi è la vera risposta, con risultati migliori delle attuali scelte fatte sul Canal Grande», insiste Novembrini. E De Terlizzi chiede il potenziamento delle biglietterie di Vela con l’attivazione di un punto biglietteria in stazione a Mestre «per migliorare i servizi in vista dell’entrata in funzione dell’orario cadenzato dei treni Sfmr», e l’apertura di un punto in piazzale Cialdini oltre a quello di via Verdi.
«Francamente la risposta non è quella che vediamo in questi giorni a piazzale Roma con i bigliettai inviati tra la gente in coda, con la borsetta del contante, e senza alcuna attenzione alla sicurezza». Ma la dirigenza è all’altezza? Alfredo Pipino spiega: «Dopo gli errori del passato, è sotto gli occhi di tutti lo sforzo e l’impegno dell’attuale dirigenza di Actv». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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