Prosecco, guerra dei prezzi «Nuovi ettari, meno rialzi»

Gli operatori della Docg non sembrano contrari alle nuove concessioni alla Doc «Con minor prodotto in pianura saremmo costretti tutti ad aumentare i costi» 
Francesco Dal Mas

La guerra dei prezzi. Specificatamente al rialzo. Il recupero di 6 mila ettari di glera a terra è stato concepito dal Prosecco Doc per tenere in equilibrio domanda ed offerta. Ne subirà le conseguenze il Conegliano Valdobbiadene? No, a sentire i produttori, perché anche la denominazione presieduta da Elvira Bortolomiol ha l’interesse a non incrementare eccessivamente il valore.

PREZZI E RINCARI

Un litro di Prosecco sta aumentando da un euro e 60 cent a un euro e 90. Il 18% in più dell’anno scorso. Prezzo all’ingrosso. Decisamente troppo, convengono al Consorzio Prosecco Doc. Le uve stanno aumentando da un euro al chilo a un euro e 30 circa. Il prezzo della bottiglia, dunque? Dipende dalle case vinicole. La media del rincaro, di cui oggi si parla, è tra il 5 e l’8%. Oggi le grandi aziende vendono le bollicine tra i 2,5 ed i 3 euro a bottiglia, le realtà più piccole, magari di nicchia, viaggiano fra i 3 ed i 4 euro. L’aumento, quindi, rischierebbe di deragliare il mercato. Parliamo sempre all’ingrosso, perché dal privato si compra una confezione di media fra i 4,5 ed i 5,5 euro.

NON OLTRE IL 3%

«Con l’operazione del recupero del glera a terra», spiega Paolo Casagrande, presidente del sindacato Anpa che tutela numerosi viticoltori e che è stato fra i rimi ad essere consultato dai vertici del Consorzio, «di fatto si tenta di contenere l’aumento dei prezzi dentro una logica compatibile del 2-3%. Un incremento compatibile anche con l’inflazione. Quindi l’operazione-glera ha «obiettivo di mantenere in equilibrio l’offerta con la domanda. Permettere aumenti intorno al 10% comporterebbe un terremoto, con conseguenze gravissime sul 2022».

CONSEGUENZE SUL DOCG

Ma le conseguenze non saranno comunque gravi per i cugini della Docg? No, replicano costoro, «Perché se il Conegliano Valdobbiadene punta sul valore – spiega Cinzia Sommariva, vicepresidente del Consorzio di tutela -, aumentando il prezzo la bottiglia di Doc analogamente dovrebbero operare i nostri vignaioli». E il problema della Docg è semmai quello di aumentare il valore del proprio prodotto sull’analogo Doc, non in assoluto, mantenendo la stessa differenza con la Doc. Negli ultimi due mesi la domanda di Prosecco è cresciuta, sui mercati soprattutto esteri, del 18%; nella prima parte dell’anno era ferma al più 13%.

«operazione irrinunciabile»

«E’ evidente, pertanto, che il recupero del glera a terra, per il solo 2021, è un’operazione irrinunciabile per contenere l’aumento dei prezzi a fronte di una produzione in significativa riduzione a causa delle conseguenze climatiche», sottolinea Giorgio Polegato, titolare della blasonata Astoria e presidente provinciale della Coldiretti. «Non potevamo permetterci rischi come quelli del 2017 e 2018 con i prezzi delle uve, del vino e quindi delle bottiglie schizzati troppo in alto, con differenze addirittura di 30 o 40 centesimi», aggiunge Polegato, che rilancia quanto ammettono tanti altri produttori, della Doc come della Docg, e cioè che quando i prezzi oscillano troppo tra l’altro e il basso, il mercato salta. Quest’anno, ad avviso di Polegato, c’è un problema in più: i costi in aumento della materia prima, cioè del vetro, del cartone, dei tappi che potrebbero salire anche del 10 o 15%. Un tema, questo, che investe tutte le Denominazioni, indipendentemente dalla domanda. Che è superlativa, al momento, nella Doc, ma è significativa anche nella Docg.



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