Promettevano impianti inesistenti, 4 arresti

Raggirati imprenditori di San Stino e Fossalta di Portogruaro. L'inchiesta a Pordenone
Morris Pessotto
Morris Pessotto
 
PORDENONE.
Raggiri milionari ad aziende di San Stino di Livenza, Fossalta di Portogruaro e San Vito, sei denunce sporte e quattro in via di formalizzazione, 4 milioni di euro incassati di cui molti, ritengono gli inquirenti, siano stati distratti, decine di ordini di impianti fotovoltaici raccolti, ma mai realizzati nonostante gli anticipi, cospicui, versati dagli imprenditori: sta tutta in questa sintesi la motivazione delle quattro ordinanze di custodia cautelare (52 pagine e 5 faldoni allegati) disposte dal giudice per le indagini preliminari di Pordenone Alberto Rossi su richiesta del pubblico ministero Federico Facchin. Insomma, secondo gli inquirenti, i quattro avevano fiutato l'affare nell'ambito nell'energia pulita giocandolo in maniera sporca. Marco Polino, 35 anni, originario di Napoli e residente a Roveredo in Piano, gli inquirenti ritengono fosse a capo dell'organizzazione: verrà interrogato oggi, per rogatoria, nel carcere di Udine. Interrogatorio di garanzia a Pordenone, invece, sempre oggi, per Massimo Tomasella, 40enne residente a Fontanafredda, e per Morris Pessotto, 35enne residente a Sarmede di Treviso. Domani chiuderà il giro, a Treviso, Massimiliano Straziuso, 40enne residente a Roveredo in Piano. Sono tutti difesi dagli avvocati Antonino Di Pietro e Piero Cucchisi.  L'ipotesi di reato contestata è di associazione per delinquere finalizzata alla consumazione di un numero indefinito di truffe e bancarotta fraudolenta. L'inchiesta, condotta dai carabinieri del Norm di Sacile, era nata a seguito dell'arresto, i primi di marzo, di due uomini accusati di estorsione nei confronti di Polino: lo avevano minacciato per recuperare, a loro dire, una somma dovuta a un imprenditore di Badia Polesine. Dalle loro dichiarazioni, però, erano partite le indagini che delineavano una presunta truffa i cui artefici sarebbero gli arrestati, riconducibili a quattro aziende: la Friulnova Solar clima srl con sede legale a Roveredo, in via Cavallotti, e intestata a Tomasella; la Solar clima srl, con sede a Fontanafredda in via Antonini; la Friulnova srl autotrasporti, cui amministratore unico è la madre di Polino, Raffaella Parisi; la Pm solar srl, con sede legale a Roveredo, in via Cavallotti. Secondo l'accusa, facendo falsamente credere agli imprenditori di poter fornire impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica, i quattro stipulavano contratti e incassavano ingenti somme quali anticipo. Ma i soldi transitavano sul conto della Friulnova e poi sparivano. Il modus operandi era suddiviso in cinque tappe: offerta preliminare scritta, precontatto per la realizzazione dell'opera con versamento del 30 per cento quale garanzia, perfezionamento del contratto, inizio lavori solo di facciata e contatti verbali per guadagnare tempo con invio di documenti creati ad hoc per simulare operazioni mai avvenute. Vere e proprie sceneggiate dove ognuno recitava un ruolo ben preciso. Secondo la ricostruzione, vittime della truffa sono imprenditori di Zoppola, Montereale, San Vito, San Stino di Livenza, Fossalta di Portogruaro, Martellago, Pagnacco, Pederobba, Badia Polesine e Modugno (Bari).

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