Progetto Comune il nuovo comitato guidato da Faccini

Riflettori puntati sulla terraferma, senza dimenticare la città d’acqua. Si chiama Progetto Comune, ed è il nuovo comitato civico popolare fondato da Maria Laura Faccini, già presidente dell’Istituto la Pietà, autonomista che si è battuta per la separazione al referendum. «Oggi partiamo dal comune unico», spiega, «sono stata sollecitata da più persone a formare questo comitato, imprenditori, ma anche casalinghe, insegnanti, commercianti, persone a vario titolo che non sono andate a votare e persone che hanno votato no. Vogliamo dar vita a una comunità ampia di idee e progetti, in cui tutti i cittadini facciano la propria parte». Faccini ha già raccolto molte adesioni, suggerimenti, proposte a 360 gradi sulla città, specialmente quella di terraferma, Mestre e le sue Municipalità. «Lavoriamo sulla terraferma: oggi, tanto più con quanto è accaduto e sta accadendo, è improrogabile disegnare una visione d’insieme adeguata della città, una programmazione efficiente che sostenga le famiglie, i produttori di lavoro, i professionisti. Non basta stabilizzare la situazione, bisogna pianificare e agire perché non sia troppo tardi. Basta promesse, a parole difficili bisogna dare riposte adeguate». Le amministrative non sono poi così lontane: «Lavoriamo in prospettiva elettorale, ma non come lista civica, la nostra sarà una piattaforma trasversale, non partitica, fatta di uomini e donne di buona volontà. Poi, se si formeranno liste civiche e usciranno nomi allo scoperto, decideremo chi appoggiare o, casomai, nelle mani di chi mettere i nostri contributi». Chiarisce: «L’obiettivo principale è smettere di parlare e iniziare a fare». Tra i punti principali c’è l’occhio puntato sulla terraferma, il centro sta peggio della periferia; le municipalità come “palestra di democrazia” sulle quali investire, interlocutore diretto con l’amministrazione centrale; il coinvolgimento di comitati, associazioni, enti. Tra i temi in cima alla lista c’è l’ambiente, di seguito il commercio e le attività produttive mortificate da anni di assenza di un assessore ad hoc, l’aiuto alle famiglie e l’integrazione degli stranieri della città. —
Marta Artico
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