Professore nega l’Olocausto, rimosso da presidente d’esame

Franco Damiani, ex docente (contestato) del Gritti, trasferito dall’ufficio scolastico regionale. Su Facebook scrive: «Menzogne propinate ai giovani».

MESTRE. Sollevato dall’incarico di presidente della commissione d’esame a cinque giorni dall’inizio delle prove di maturità. È l’incredibile epilogo di una storia che fa tornare alla ribalta Franco Damiani, sessantenne professore residente a Villafranca Padovana, già docente del Gritti di Mestre e al centro di polemiche, processi e interrogazioni parlamentari, a cavallo degli anni 2000, per le sue tesi negazioniste sull’Olocausto.

A cacciarlo nuovamente nei guai sono stati alcuni commenti scritti sulla sua pagina facebook che criticavano l’operato dei docenti del liceo Curiel dell’Arcella (Padova), nel quale Damiani era stato chiamato a presiedere la commissione d’esame per le classi 5ª A e 5ª G. Dopo le proteste di alcuni insegnanti, ragazzi e genitori, l’ufficio scolastico regionale ha scelto di trasferire d’urgenza il professore in un istituto di Montebelluna.

Tutto comincia a inizio giugno. I maturandi, appena saputo il nome del professore designato a presiedere la commissione d’esame, iniziano a indagare. Basta fare una ricerca su internet per leggerne il “curriculum”: nel 2000 Damiani, all’epoca insegnante all’istituto turistico Gritti di Mestre, fu al centro di un’interrogazione parlamentare sollevata da cinque deputati dell’Ulivo. Preoccupavano le sue affermazioni sulla bontà delle tesi negazioniste. Il ministro De Mauro mandò un ispettore a scuola, mentre il fronte studentesco si spaccò. In migliaia parteciparono a una manifestazione contro il razzismo e le tesi di Damiani, che fu però difeso da gran parte dei suoi allievi. Alla fine Damiani venne trasferito a Piazzola sul Brenta, dove nel 2004 querelò due genitori che, a suo dire, l’avevano diffamato, oltre ad averlo accusato, al solito, di «negare l’Olocausto degli ebrei». Nel 2009 i genitori furono assolti, ma già dal 2005 Damiani fu spostato al liceo Newton di Camposampiero. E da otto anni a questa parte ha presieduto quattro commissioni d’esame.

Sulla sua pagina facebook il professore, che ha un profilo aperto, parla dell’incarico appena ricevuto. E si lascia andare a qualche commento di troppo, poi cancellato, che scatena le ire di genitori e docenti. Giovedì 13 Damiani viene convocato al Curiel, il giorno dopo gli arriva a casa la lettera della direzione generale dell’ufficio scolastico del Veneto. Titolo eloquente: «Modifica d’urgenza della nomina del professor Franco Damiani». Il docente viene trasferito all’istituto Sartor di Montebelluna, per aver: «inopportunamente manifestato riflessioni e valutazioni sulla metodologia didattica adottata dalla scuola».

Questo il commento che gli è costato il posto: «È tutto sbagliato, siamo nel regno dell’illecito, della falsità, della menzogna propinata ai giovani».

Il professore insorge, rinuncia al ricorso, ma risponde con una lettera all’ufficio scolastico. Difendendo le sue tesi: «È un singolare modo di procedere quello di “spiare” ciò che il docente scrive in uno spazio che è accessibile all’esterno ma che è inteso per lo più come privato. Tuttavia non ho intenzione di ritrattare alcunché di quanto scritto». Ed è qui che ritorna il tema del negazionismo. Il professore spiega di essersi indignato per un seminario proposto dal liceo Curiel nel corso dell’anno su un laboratorio di storia: «Un laboratorio sui negazionismi che si poneva fuori di ogni correttezza metodologica e contenutistica, essendo impostato sulla relazione di una semiologa, la signora Pisanty, che non conosce nulla delle vicende della seconda guerra mondiale. Correttezza e onestà avrebbero voluto che a un laboratorio di storia ci fosse un contraddittorio, in mancanza del quale non si fa cultura ma propaganda». Damiani riuncia all’incarico all’istituto di Montebelluna: «Non avendo mezzi privati, in treno mi è impossibile raggiungere la città trevigiana prima delle 8.47».

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